Negli ultimi dieci anni i dati mostrano una progressiva desertificazione commerciale: sono sparite oltre 50 attività tra negozi e botteghe, con un crollo particolarmente evidente nel settore dei bar, passati da 231 a 163. Nel solo 2024 la provincia ha perso altre 138 attività, un numero che fotografa con chiarezza la fragilità di un settore che fatica a reggere l’urto di costi sempre più elevati e di abitudini di consumo in rapida evoluzione.
Perché i negozi chiudono sempre di più
Le cause di questo fenomeno sono molteplici e intrecciate. Da un lato, l’inflazione e l’aumento dei costi fissi – bollette, affitti, tasse – rendono difficile il bilancio delle piccole imprese. Dall’altro, la concorrenza del commercio online e della grande distribuzione ha ridotto i margini di guadagno dei negozi di vicinato. Non a caso, spazi un tempo destinati alle attività commerciali vengono sempre più spesso riconvertiti in abitazioni o in appartamenti per affitti turistici brevi, alimentando una spirale che impoverisce l’offerta per i residenti.
Il digitale come via di sopravvivenza
In questo scenario, le attività che resistono sono quelle che hanno saputo reinventarsi. L’esperienza insegna che oggi non basta più aprire la saracinesca al mattino: è necessario affiancare al negozio fisico una strategia digitale, con e-commerce, social network, campagne di comunicazione online e servizi personalizzati. Sempre più realtà stanno adottando un modello ibrido, capace di mantenere un legame con il territorio ma al tempo stesso raggiungere clienti lontani e fidelizzare quelli abituali.
I settori che si spostano sul web
Alcuni comparti hanno già compiuto con decisione questa transizione. L’intrattenimento, in particolare, ha visto il digitale diventare la piattaforma principale. Basti pensare a come lo shopping, lo streaming e persino il gaming con attività come le slot machine online abbiano cambiato radicalmente le abitudini dei consumatori, portando esperienze un tempo legate a luoghi fisici direttamente sugli schermi di computer e smartphone. Un fenomeno che dimostra come l’innovazione tecnologica non sia più un’opzione, ma un requisito essenziale per rimanere competitivi.
Verso un nuovo modello di commercio urbano
Anche la stagionalità è cambiata: se un tempo i negozi di Savona chiudevano per settimane durante l’estate, oggi le attività restano aperte anche a Ferragosto. La concorrenza, la necessità di incassi e la presenza turistica rendono impossibile lunghe interruzioni. In questo contesto, a sopravvivere sono soprattutto le attività che garantiscono continuità e servizi immediati, come i negozi 24h, i minimarket di quartiere e le attività legate al food & beverage, capaci di intercettare una domanda costante.
Savona, una città con ancora molto da offrire
Nonostante la crisi, Savona non è una città destinata al declino. Al contrario, la sua identità fatta di storia, turismo e cultura può ancora rappresentare un valore aggiunto per chi vuole investire. Il futuro del commercio locale passa dalla capacità di unire tradizione e innovazione, vicinanza e digitale. Una sfida difficile, certo, ma che può trasformarsi in un’opportunità se affrontata con visione e coraggio.
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