Un dossier dettagliato basato sull'analisi del Piano Contarina per la raccolta rifiuti, con una stima dei costi dei cambiamenti fatti in corso d'opera.
Il dossier redatto dal consigliere comunale Massimo Arecco (Fratelli d’Italia) analizza le modifiche apportate al piano, mettendone in evidenza le conseguenze economiche e operative.
Il piano originario elaborato da Contarina, sulla base del quale era stata indetta la gara pubblica, prevedeva un sistema di raccolta porta a porta basato esclusivamente sull’uso dei mastelli, senza riferimento a cassonetti intelligenti o contenitori condominiali. L’obiettivo era quello di garantire livelli elevati di raccolta differenziata di qualità. Nel corso della sua attuazione, l’amministrazione comunale ha modificato il progetto, con il passaggio da un modello di raccolta porta a porta, fondato sui mastelli individuali, a un sistema misto che prevede contenitori condominiali e cassonetti intelligenti nelle aree centrali.
L’amministrazione comunale ha deciso di installare circa 4.200 contenitori condominiali per 1.400 condomìni e 28 stazioni ecologiche intelligenti. Questa scelta, nata anche dalle proteste dei cittadini contro la complessità del sistema dei mastelli, secondo il consigliere di FdI ha comportato costi aggiuntivi significativi e una riduzione del numero di utenze servite con la modalità originaria. In sostanza, Arecco sottolinea come il piano sia passato da un sistema capillare e domiciliare a uno più centralizzato e stradale, con l’obiettivo di semplificare la gestione ma a scapito dell’efficienza e dei risultati di raccolta previsti inizialmente.
Durante il Consiglio comunale del 31 luglio 2025, il sindaco Russo ha dichiarato che i condomìni serviti da contenitori sono 1.400 (rispetto ai 1.100 previsti inizialmente) e che i mastelli attualmente coprono 10.000 utenze TARI, contro le 15.000 previste dal piano originale. Secondo Arecco, però, queste modifiche hanno generato confusione e costi aggiuntivi rilevanti. Sulla base dei dati disponibili, il consigliere stima una spesa complessiva di circa un milione di euro: 378.000 euro per 4.200 contenitori condominiali, 21.000 euro per le chiavi necessarie alle utenze e circa 630.000 euro per i mastelli acquistati ma in gran parte non utilizzati.
Analizzando il sistema adottato in un altro comune, quello di San Zeno di Montagna (VR), Arecco ha verificato che ogni batteria di cassonetti intelligenti (attualmente a Savona ce ne sono 28 per il centro) ha un costo di circa 11.500 euro più IVA, escluso il pacchetto software e hardware per la gestione della tariffa puntuale, che nel capoluogo ligure non è ancora applicata. Secondo un calcolo approssimativo, per estendere il servizio a Savona sarebbero necessari 108 cassonetti intelligenti, per una spesa di circa 1,19 milioni di euro più IVA, ma con costi di svuotamento presumibilmente inferiori rispetto al sistema attuale. Inoltre, le zone collinari e periferiche – come Marmorassi, Cantagalletto, Santuario, Montemoro e Madonna del Monte – dovranno probabilmente essere dotate di nuove isole ecologiche con cassonetti di grandi dimensioni, comportando ulteriori spese.
Arecco pone quindi una serie di quesiti all’amministrazione comunale per chiarire l’entità dei costi sostenuti, la provenienza dei fondi utilizzati per l’acquisto dei nuovi contenitori, le differenze di costo tra lo svuotamento manuale e quello automatizzato e la gestione dei mastelli ancora in magazzino.
Nelle considerazioni finali, il consigliere sottolinea come le modifiche apportate abbiano snaturato il Piano Contarina, trasformandolo da un modello porta a porta a un sistema misto, stradale e di prossimità, meno efficiente e più costoso. Secondo il consigliere, con somme analoghe a quelle già spese per mastelli e contenitori condominiali, sarebbe stato possibile dotare Savona di un numero sufficiente di cassonetti intelligenti, migliorando la funzionalità del servizio, l’igiene urbana e il decoro cittadino.














