“Un termovalorizzatore al posto della cokeria? Noi diciamo no, senza se, senza ma e senza esitazioni”. È questo il commento della consigliera comunale di opposizione di Cairo in Comune, Giorgia Ferrari, a margine della conferenza dei capigruppo convocata questa mattina per discutere del termovalorizzatore. L’incontro, annunciato lo scorso novembre dal sindaco Paolo Lambertini durante il Consiglio comunale tematico, aveva l’obiettivo di individuare una posizione condivisa tra maggioranza e opposizione. Un obiettivo che, a giudicare dai toni emersi, non sembra essere stato raggiunto.
“Durante la riunione di oggi, a cui erano presenti anche il sindaco Lambertini e il vicesindaco Speranza, è emerso che si sta valutando l’ipotesi — evidenziata più volte dal nostro gruppo in diverse occasioni, fra cui l’ultimo Consiglio comunale, molto partecipato — di un coinvolgimento di Italiana Coke, con la quale ci sono già stati contatti in Comune, e che si è valutata la predisposizione di un accordo di programma per capire tempi e modalità di un’eventuale realizzazione dell’inceneritore, le ricadute sul territorio (leggi “compensazioni”), l’assorbimento dei lavoratori in caso di dismissione della cokeria, oltre al problema della bonifica”, commenta Ferrari.
“Ho ribadito la nostra contrarietà: crediamo che Cairo possa ambire a qualcosa di diverso da un ‘baratto’ tra una cokeria e un inceneritore di rifiuti, che trasformerebbe la valle nel distretto della rumenta. Dovremmo, al contrario, lavorare tutti insieme per dare una sterzata verso uno sviluppo sostenibile, con posti di lavoro puliti, senza ricatti occupazionali da parte di chi per decenni ha sfruttato il territorio”, aggiunge la consigliera.
Parole che il sindaco Lambertini respinge con forza: “Non c’è assolutamente niente con Italiana Coke: nulla è stato definito, né tanto meno è stato valutato alcun accordo di programma. La conferenza dei capigruppo aveva lo scopo di aggiornare: le minoranze hanno presentato le loro proposte e noi abbiamo fatto lo stesso. Le dichiarazioni della consigliera Ferrari mirano soltanto a ottenere consenso personale. Se questo è l’atteggiamento, non è il modo corretto per cercare soluzioni condivise per il bene del territorio. Valuteremo se proseguire con questi incontri”.
Lambertini ha poi ribadito la posizione della giunta: “La nostra linea è chiara a tutti: l’attuale situazione ambientale non consente la realizzazione di un nuovo impianto chimico. Al momento non ci sono proposte concrete né richieste precise. Nemmeno sul bando previsto per la fine dell’anno siamo stati informati: se la gara dovesse indicare Cairo come sede dell’impianto, comunicheremo subito il nostro no fermo e il Comune si asterrà dalla discussione”.














