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Curiosità | 11 settembre 2013, 10:16

L'artista Emilio Scanavino sulle pagine di "InArte"

Partito dalla Liguria, il pittore ha acquisito fama di "uno dei grandi nomi" dell’arte mondiale contemporanea

L'artista Emilio Scanavino

L'artista Emilio Scanavino

L'artista genovese Emilio Scanavino sulle pagine di "InArte".

Emilio Scanavino nasce a Genova nel 1922. La sua formazione artistica ha l’impronta dell’ espressionismo, del postcubismo e dell’ astrattismo informale. Nel 1947 si reca a Parigi con altri pittori liguri e conosce l’opera di Giacometti, fondamentale per l’elaborazione del suo stile pittorico. Durante il soggiorno londinese, nel 1951, rimane impressionato dalle opere del pittore Francis Bacon. La sua tecnica pittorica si caratterizza per nodi stilizzati, griglie, reticoli e legature, espressione della visione interiore proiettata nello spazio. La pittura è il mezzo per guardarsi dentro: si evidenzia così l’aspetto introspettivo e concettuale dell’arte di Scanavino, un incontro tra la mistica di stampo orientale e l’inquietudine esistenziale occidentale del suo tempo. Nel 1958 il pittore ligure si stabilisce a Milano, dove la sua fama cresce anche attraverso  l’incontro con Carlo Cardazzo, proprietario della “Galleria del Naviglio” ed esponente del movimento pittorico degli “spazialisti”, che ne valorizza il talento. Negli anni Sessanta, Scanavino apre il proprio nuovo sttudio a Calice Ligure, quasi a rinsaldare il rapporto con la terra di origine. Tra le sue creazioni più famose si ricorda l’opera “Il Retablo”, conosciuta come “Omaggio all’America Latina”, tributo ai martiri dei popoli latino-americani caduti per la libertà., realizzata insieme all’artista Alik Cavaliere nel 1971 ed esposta alla Biennale di Venezia, quindi alla Biennale di San Paolo del Brasile. L’opera è oggi esposta al Museo della Permanente di Milano. Nel 1966 l’artista è insignito del premio Pininfarina della Biennale di Venezia e, nel 1970, del Gran Premio alla Biennale di Mentone. Emilio Scanavino si spegne a Milano nel 1986, ma resta immortale la sua fama di uno dei “grandi nomi” dell’arte mondiale contemporanea.

r.g.

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