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Savona | 15 aprile 2014, 16:44

Maltrattamenti RSA Vada Sabatia, Cgil:"Si ai controlli, no alle telecamere"

"Necessaria la verifica immediata delle funzioni di direzione, delle qualifiche professionali e del rispetto dei contratti da parte dei datori di lavoro"

Maltrattamenti RSA Vada Sabatia, Cgil:"Si ai controlli, no alle telecamere"

 

"Non c’è dubbio che tutti dobbiamo adoperarci e collaborare affinché una vicenda come quella del reparto 3D della struttura sanitaria gestita da Segesta a Vado Ligure non si ripeta mai più" Francesco Rossello e Vladimiro Furini, della Cgil Liguria, intervengono sulla vicenda Vada Sabatia.

"Da questo punto di vista, proseguono i due segretari regionali della Cgil, il Sindacato è impegnato a discutere le soluzioni opportune, anche perché questa è la strada per tutelare i tanti operatori che svolgono con abnegazione il proprio lavoro. E’ proprio pensando ai tantissimi lavoratori per bene che riteniamo sbagliata la proposta dell’Assessore Montaldo di utilizzare le telecamere per garantire la sicurezza dei pazienti.Capiamo che questa vicenda porti emotivamente a sostenere che l’installazione di telecamere sia la soluzione. Certo, in quella situazione, le telecamere hanno consentito di impedire il perpetrarsi di pratiche tanto atroci. Ma in situazioni normali, che sono la maggioranza, le telecamere finirebbero per diventare sia una presenza ingombrante per i pazienti nel compimento dei gesti quotidiani più intimi, sia una costante conosciuta e prevedibile, quindi inefficace, costituendo anzi il certificato di operato corretto anche laddove così non fosse. Esiste inoltre un’approfondita “letteratura” di reati legati alla diffusione illecita di filmati".

"La soluzione che proponiamo noi è più ardita perché chiediamo di rendere realmente efficaci i sistemi di controllo e verifica sulle strutture accreditate.Ci vuole meno burocrazia e più sostanza. In particolare è necessaria la verifica immediata delle funzioni di direzione, delle qualifiche professionali e del rispetto dei contratti da parte dei datori di lavoro. Bisogna rendere obbligatoria la costituzione di comitati di partecipazione degli utenti e loro famigliari con compiti di verifica dell’andamento delle strutture residenziali. Infine, bisogna predisporre piani di formazione, aggiornamento e addestramento continui e obbligatori del personale". 

"Evidentemente gli strumenti e le procedure di controllo della Regione non funzionano, tant’è che, ancora una volta, è la magistratura a scoprire queste gravi situazioni. Sarebbe opportuno che l’Assessorato, invece di proporre funzioni di polizia, utilizzasse strumenti propri per qualificare e motivare il personale. Con queste proposte sfideremo la Regione chiedendo che sia modificato il testo di legge sugli accreditamenti in discussione, dando la piena disponibilità a introdurre strumenti strutturali quali quelli sopra esposti. Speriamo che la Regione mostri la sensibilità evidenziata in altre occasioni. In caso contrario, non saremo noi a non voler mettere le telecamere, saranno loro a non volere cambiamenti strutturali", conclude la Cgil.

 

r.g.

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