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Attualità | 24 febbraio 2015, 19:30

Profughi in Val Bormida: 142 persone ospitate in 8 strutture

Di seguito il quadro completo della situazione Valbormidese gestita dalla cooperativa "Il Faggio" e da "Il Percorso"

Profughi in Val Bormida: 142 persone ospitate in 8 strutture

Ormai tristemente all’ordine del giorno le immagini dei barconi di profughi in fuga dalle zone di guerra.

Un viaggio che spesso costa migliaia di euro e che vede uomini e donne arrivare sulle nostre coste con la speranza di un futuro migliore. Dopo l’arrivo la valutazione delle strutture sul territorio italiano in grado di accoglierli, ma quali sono i numeri in Val Bormida dove, come sappiamo, diversi sono stati gli arrivi e le contestazioni e le polemiche che questi hanno, inevitabilmente, portato con se?

Ad avere un quadro preciso e costantemente aggiornato della situazione la Compagnia di Carabinieri di Cairo Montenotte - guidati dal Capitano Luca Baldi - che si occupa della sicurezza vigilando in maniera sistematica sulle strutture di accoglienza dislocate sul territorio.

Ben 142 i profughi attualmente presenti sul territorio, un numero indicativo e in continua evoluzione dato che molte delle persone che arrivano dichiarano essi stessi di voler proseguire il loro viaggio verso altri Paesi Europei.

Analizzando la situazione città per città possiamo fotografare la situazione sul territorio Valbormidese sul quale due sono le cooperative che attualmente si occupano di queste persone: “Il Percorso” e “Il Faggio”.

La Cooperativa “Il Percorso” in particolare si occupa di 86 profughi divisi in questo modo, 35 a Cairo Montenotte, 14 a Dego, 10 a Carcare, 17 a Mallare, 12 ad Altare e 9 a Roccavignale.

“Il Faggio” invece gestisce 56 profughi, 16 a Plodio e 40 a Calizzano. La maggior parte di queste strutture consistono in case di accoglienza e solo 2, ad Alare e Calizzano sono strutture alberghiere momentaneamente dedicate allo scopo umanitario.

Un quadro difficile, dunque, che non manca di creare, in alcuni casi, paure e dubbi da parte dei residenti che vedono un continuo via vai di immigrati che sostano a volte per pochi giorni, in altri casi per mesi all’interno delle strutture,  paure che si accentuano se poi accadono episodi come quelli avvenuti pochi giorni fa, quando 8 persone hanno rifiutato di farsi identificare dalle Forze dell’Ordine, motivo per il quale naturalmente sono stati condotti in questura a Savona e denunciati.

Mara Cacace

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