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 / Val Bormida

Val Bormida | 25 ottobre 2015, 12:30

Luoghi del nostro passato: la vecchia Piazza della Vittoria di Cairo Montenotte

Oggi abbellita da ghirigori architettonici ma forse un pochina fredda, un tempo molto più spartana ma ricca di significato che tuttora è presente nell’animo di ogni cairese che si rispetti.

Courtesy foto "Bruno Chiarlone Debenedetti"

Courtesy foto "Bruno Chiarlone Debenedetti"

 

“Ci vediamo in piazza”. Una semplice locuzione che racchiude decenni e decenni di storia popolare di Cairo Montenotte, in quanto, da che mondo è mondo, tale espressione ha avuto un significato che ha racchiuso gran parte dell’esistenza della comunità cairese.

Chiudiamo gli occhi e facciamo un passo indietro, il “luogo piazza” rappresenta storicamente il fulcro della vita della comunità, per gli antichi greci aveva una funzione di centro religioso, commerciale e democratico, mentre nel periodo romano svolgeva soprattutto il ruolo di monumento.

Detto questo, torniamo alla nostra locuzione grammaticale. Per anziani o meno giovani, fissiamo un punto spazio temporale, per ogni cairese dai trent’anni in su, quel “ci vediamo in piazza” ha sempre voluto dire partecipare in modo attivo alla vita della comunità e sentirsi cuore pulsante della città, anche quando si trovava fuori dal centro abito nei primi anni del 900. 

Per i pochi che non l’abbiano capito, “l’Agorà” in questione è Piazza della Vittoria, oggi abbellita da ghirigori architettonici ma forse un pochina fredda, un tempo molto più spartana ma ricca di significato che tuttora è presente nell’animo di ogni cairese che si rispetti.

Una bellissima fontana luminosa davanti alle scuole, tre piccole scalinate, una lunga fila di piante e aiuole con vicino delle piccole panchine a far da contorno ad un’area pianeggiante che partiva da corso Dante per arrivare fino al Monumento ai caduti delle guerre; era questa piazza della Vittoria fino al restauro avvenuto all'inizio degli anni 2000.

Tanti i ricordi nascosti ma pronti a tracimare come un fiume in piena al “At arcord veciaja piassa?” ed ecco venire fuori il giorno della liberazione dal nazifascismo nel 1945 con la piazza gremita di gente e bandiere, le feste popolari come i raduni dei socialisti, il vecchio capolinea dei bus, oppure, i primi giri in bici e naturalmente le prime cadute e le serate passate nei due bar presenti, Corona e Montenotte, potete immaginare la piccola rivalità goliardica presente tra i due “presidi.

E poi ancora, chi gli torna in mente la scuola e forse, tra le grida delle proprie madri, gettava al vento cartella e grembiule per iniziare interminabili partite a calcio con gli enormi alberi presenti trasformati in pali di fortuna, le luci della fontana alla sera, le foto dei raduni di “Leva” e i primi baci dati sulle scalinate, se solo potessero parlare, chissà quanti primi amori potrebbero narrare.

Come una sorta di jukebox, “prego inserire la moneta e si parte” e allora ecco venire fuori istantanee su istantanee con la nostra “Piazza” a fare da regista alle nostre vicende”

 

 

 

 

 

Graziano De Valle

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