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Attualità | 01 dicembre 2015, 09:30

Savona, oltre 700 spettatori per vedere il docu-film su "Lupen" Rinino: la storia del ladro gentiluomo sarà riproposto al Diana

Successo di pubblico ieri per le cinque proiezioni al Cinema Diana

Cinque proiezioni e 703 spettatori. E’ stata un successo la prima del docu-film “Lupen – Romanzo di un ladro reale”, realizzato da Valerio Burli. Venticinque anni e studente del Centro Sperimentale di Cinematografia dell’Università dell’Aquila, Valerio ha deciso di dedicare al “ladro gentiluomo” di Savona la sua tesi di laurea realizzando un documentario cinematografico.  Da mesi sulle tracce del Lupen che rubò i gioielli della Corona inglese, ieri il film è diventato realtà con la prima assoluta al Cinema Diana: il film è stato proiettato nella sala 6 in cinque appuntamenti.

L’Arsenio Lupen della Riviera è tornato così a rivivere per una sera sul grande schermo a Savona, oltre settecento gli spettatori, tanta la commozione. Il film documentario infatti si è sviluppato attraverso le testimonianze di amici e familiari che hanno conosciuto Renato Rinino e che lo hanno raccontato a dodici anni dalla scomparsa. “E’ stato un successo – afferma Valerio Burli – Nel mio film ho voluto raccontare con semplicità la simpatia, il carisma e l’intelligenza rara di Renato Rinino. La volontà non è quella di esaltare la professione del ladro ma raccontare una persona straordinaria come Renato, diventato un ‘personaggio’ savonese e non solo. Grazie al successo ottenuto, il Cinema Diana si è dimostrato interessato a riproporre il docu-film. Presto saranno fornire indicazione e le date delle nuove proiezioni”.

Renato si rende noto, sin dalla giovinezza, nel mondo della piccola criminalità, compiendo furti e reati di lieve entità. Il personaggio dei film e del cartone è la sua fonte di ispirazione, per questo si è sempre autodefinito "ladro di professione, ma gentiluomo" (aveva fatto anche incidere il nome Arsenio Lupin sul serbatoio della sua Harley). Ma fu il furto inglese che diede celebrità a Renato Rinino, una vicenda che si è guadagnata gli onori delle cronache dei giornali internazionali. Il 26 febbraio del 1994 Rinino era infatti riuscito ad intrufolarsi nella villa di Saint James Palace a Londra di proprietà del Principe di Galles, Carlo.  

Il  bottino era costituito da gioielli privati e alcuni gioielli della corona (sei bottoni, un orologio da polso in acciaio, due scatole in argento, cinque spille e cinque coppie di gemelli) per un valore stimato dai 25.000 ai 75.000 euro. Ma non solo, sembrerebbe che il Lupin savonese fosse riuscito anche a portare via delle lettere compromettenti  tra il principe Carlo e l’allora amante Camilla Parker Bowles, ma lui l’ha sempre negato. “Il bello è che Rinino ignorava si trattasse del lussuoso appartamento del Principe Carlo –aveva spiegato lo studente– il palazzo era coperto da impalcature ed era riuscito ad entrare grazie ad un deltaplano che, atterrando nella residenza della regina Elisabetta, aveva disattivato tutti i sistemi d'allarme”. La Polizia di Scotland Yard aveva iniziato le sue ricerche solo dopo la segnalazione del gioielliere al quale Renato si era rivolto per vendere parte della refurtiva.

Tramite l’avvocato Alessandro Garassini, al tempo Presidente della Provincia di Savona, dichiara pubblicamente di voler restituire i gioielli in cambio di una stretta di mano con il Principe Carlo: inizia così un periodo di notorietà nei giornali scandalistici e si mostra in città con una maglietta con sopra stampata una foto che lo ritrae seduto su un trono reale coperto dai gioielli rubati. Intanto passano 3 anni e il reato in Italia viene prescritto. Tre anni sono infatti il tempo in cui un reato commesso all'estero non è più perseguibile.

La sua fine però è tragica. Renato Rinino viene ucciso dall’amico di infanzia Yuri Scalise con un colpo di revolver alla testa. Alla base del gesto motivi di gelosia e il devastante effetto di sostanze alcoliche e stupefacenti. 

Debora Geido

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