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Solidarietà | 03 dicembre 2015, 18:41

Il Tar annulla la caccia in deroga allo storno

Il Tar annulla la caccia in deroga allo storno

Il TAR LIGURIA ANNULLA CON SENTENZA DI MERITO LA ILLEGITTIMA CACCIA IN DEROGA ALLO STORNO; accolto definitivamente anche il secondo ricorso di  LAC, LAV ed ENPARegione Liguria condannata anche a pagare le spese legali delle associazioni per la tutela della fauna. L'elenco dei comuni ammessi alla deroga era stato ampliato a dismisura.

Con sentenza n. 990, depositata oggi 3 dicembre, il Tribunale Amministrativo Regionale (Sez. II°) ha annullato in via definitiva la delibera della Giunta regionale della Liguria n. 1224 del 3 novembre scorso, proposta dall'assessore Stefano Mai, 

che riapriva la caccia in deroga alla specie "storno".Infatti una prima delibera del 30 luglio 2015 era stata sospesa dal TAR con un'ordinanza cautelare del successivo 29 ottobre, per irregolarità sul sistema di annotazione dei capi abbattuti (solo a fine giornata, anziché dopo ogni abbattimento, come stabiliscono le norme nazionali).Dopo pochi giorni la Giunta regionale aveva emanato un provvedimento similare, oggi annullato con sentenza di merito. I due ricorsi ai giudici amministrativi erano stati promosso dalle tre associazioni:  Lega Abolizione Caccia, LAV ed Ente Nazionale Protezione Animali, patrocinate dallo studio dell'Avv. Claudio Linzola di Milano.Nell'acquisire la documentazione relativa a tutta la pratica, le Associazioni per la tutela della fauna avevano appreso delle forti pressioni del mondo venatorio per ampliare, con questa specie protetta a livello europeo, l'elenco delle speciecacciabili, ed avevano contestato questa estate:- il mancato rispetto del parere obbligatorio dell'ISPRA  , avendo la Giunta Regionale ampliato a dismisura l'elenco dei comuni  ove tale caccia in deroga poteva essere praticata, con l'abbattimento di 11.000 esemplari (da parte di 3.665 cacciatori autorizzabili allo scopo) , includendo vastissimi territori dell'entroterra non classificati come comuni olivicoli e/o privi di oliveti, così smentendo il pretesto della tutela di produzioni agricole;- la violazione della normativa statale sulla caccia, che impone di annotare su una speciale scheda, dopo ogni abbattimento, ogni esemplare ucciso, obbligo che era stato eluso dal provvedimento della Giunta Regionale.Nelle motivazioni della sentenza odierna si fa invece esplicito riferimento alla irregolare caccia in 204 comuni liguri, mentre la Regione aveva richiesto un parere obbligatorio all'ISPRA  (Istituto Superiore per la Protezione e per Ricerca Ambientale) per il controllo dello storno su soli 37 comuni; il secondo motivo di annullamento è la mancata indicazione di un carniere (limite massimo dei capi abbattibili) anche giornaliero, oltre che stagionale.La Regione è stata condannata al pagamento di circa 5.000 euro alle associazioni ricorrenti (3.000 euro di spese legali, oltre ad IVA, bolli ecc.).Da oggi pomeriggio l'abbattimento di storni in Liguria  torna ad essere violazione penale con rischio di sequestro del fucile e delle prede abbattute."Repetita juvant. Ci auguriamo che in materia di gestione faunistica la nuova Giunta regionale metta da parte i cattivi consigli e i provvedimenti improvvisati, già visti anche con la precedente amministrazione, dato che anche la Liguria è sotto osservazione da parte della Commissione UE per precedenti infrazioni al diritto comunitario in materia di caccia e specie tutelate",affermano Massimo Pigoni (pres.  sezione Liguria ENPA) , Graziella Zavalloni (presidente nazionale LAC) e Massimo Vitturi (referente fauna selvatica per la LAV).

cs

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