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Savona | 10 febbraio 2016, 08:10

Anpci dice il suo secco "NO" alle fusioni obbligatorie dei piccoli comuni

Anpci dice il suo secco "NO" alle fusioni obbligatorie dei piccoli comuni

La proposta di legge n. 3420 a firma PD ci fa venirein mente le parole del Presidente della più grande associazioni d’Italia,PieroFassino, che dichiarò “8.000 comunisonotroppi.Vanno ridotti a 4.000 con la creazione di macro comuni”.

L’attuale proposta di legge dei deputati PD, di fatto, calpestando la Carta Costituzionale, pretende di obbligare i comuni sotto i 5.000 abitanti a delle fusioni obbligatorie, con l’aggravante di obbligare le Regioni, a provvedere per conto dei comuni, laddove questi ultimi non ottemperassero a tale obbligo, pena il decurtamento del 50% dei trasferimenti statali.

Anpci (Associazione Nazionale Piccoli Comuni d’Italia) avevaappreso con immenso piacere il dietro front di alcune associazioni molto rappresentative, checon il documento di Cagliari della scorsa estate, avevano sposato le nostre tesiche da anni vanno nella direzione della salvaguardiadei piccoli comuni.

Oggi alcuni galoppini dell’autoritarismo renzianoci mettonodi fronte a quella che non èpiù solo la battaglia di questa o di quella associazione, ma la battaglia di tutti quei sindaci, assessori, consiglieri comunali di maggioranza e opposizioneche hanno a cuore il proprio territorio, i propri cittadini e la propria storia.

Anpci, come sosteneva in merito alle unioni, è disponibile ad accettare qualsiasi forma associativa o di fusione solo su base volontaria, poichésolo un Sindaco, legittimamente eletto, conosce esattamente le esigenze del proprio territorio.È oradi smettere di mentire sostenendo chele piccole realtà incidono pesantementesulla spesa pubblica, perché incidonosolo il 2.7% sul bilancio statale a fronte dell’erogazione diservizi fondamentali per il cittadino e di presidiodel territorio.

È ormai appurato che la virtuosità sta nei piccoli comuni, i tagli che lo Stato fa ai piccoli comuni va a compensare le voragini di bilancio create dai grandi comuni (mafia capitale docet).

Oggi ci auguriamo,come sta già accadendo in quasi tutta Italia,che anchei sindaci, assessori, consiglieri comunali di maggioranza e opposizioneliguri vogliano difendere la rappresentatività democraticadei loro territori e delle loro popolazioni

cs

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