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Attualità | 24 aprile 2017, 16:15

Processioni senza statue e crocefissi, confraternite in "crisi" di adesioni corrono ai ripari e cercano nuovi volontari

Ad Alassio appare il manifesto per cercare volontari, ad Albenga si chiede aiuto alle associazioni del territori. I Priori unanimi: "Non c'è ricambio generazionale"

Processioni senza statue e crocefissi, confraternite in "crisi" di adesioni corrono ai ripari e cercano nuovi volontari

Cercasi volontari per portare statue e crocefissi durante le processioni, le confraternite “in crisi” sono costrette a mettere manifesti e volantini per reclutare persone disposte a partecipare agli eventi religiosi.

A giudicare dal manifesto apparso ad Alassio in occasione della Processione del Venerdì Santo sembra proprio che i tempi nei quali per portare il crocefisso si doveva partecipare ad una sorta di “asta” e fare un offerta per avere questo onore, siano ormai lontani.

Spiega Ezio Manzone Priore della Confraternita di Santa Caterina “Abbiamo deciso di mettere dei manifesti in giro per Alassio per cercare di coinvolgere la cittadinanza e spingere i giovani ad avvicinarsi a questo mondo. Il problema, forse, sta a monte e sta in un allontanamento dalla fede e dalle realtà parrocchiali. La carenza di giovani nelle confraternite è una conseguenza di questo fenomeno e, proprio per questo stiamo cercando di comunicare in maniera diversa e farci conoscere sia attraverso questa piccola iniziativa dei manifesti che attraverso altre iniziative di solidarietà alle quali partecipiamo e che portiamo avanti”.

Continua il Priore “Attualmente riusciamo ad avere ancora confratelli che portano statue e crocefissi, ma con l’andare del tempo potremmo avere dei problemi a trovare persone che vogliano partecipare alle attività delle confraternite.”

Il rischio è quello di non avere più statue e crocefissi in processione proprio perché pochi giovani vogliono partecipare a queste attività che, necessariamente, richiedono alcuni “sacrifici” come quello di partecipare agli incontri e alle prove indispensabili per capire come portare i crocefissi, specie quelli più pesanti (arrivano anche a 180 kg) e come affrontare il delicato momento del passaggio del cristo da un portatore ad un altro.

Spiega Gialuca Bellando Priore della Confraternita Nostra Signora della Misericordia “Ad Albenga, fortunatamente riusciamo ancora ad organizzarci tra noi confratelli per portare statue e cristi, ma il problema esiste e – conferma – è dato dalla mancanza di un cambio generazionale”

“I giovani – spiega – non si avvicinano più a questo mondo, i motivi non sappiamo quali sono, ma il nostro tentativo è quello di coinvolgere sempre di più anche altre associazioni. Per la festa del Santo Patrono, ad esempio, nei vari comuni, si potrebbe cercare di coinvolgere tutta la cittadinanza e la Croce Bianca, le associazioni sportive e tutte le realtà presenti sul territorio”.

“Per ovviare al problema – spiga il Priore – attualmente ci affidiamo alla collaborazione tra le confraternite e, dunque, capita spesso che durante le processioni ad Albenga si chieda la collaborazione di persone da Loano o Pietra Ligure ad esempio, e lo stesso facciamo noi, andandoli ad aiutare durante le loro processioni”.

Conclude Gianluca Bellando “Credo che da Varazze fino a Nizza, che sono le realtà che conosco di più, il problema sia diffuso. Da Varazze in poi, secondo al mia esperienza, c’è un maggiore attaccamento a queste tradizioni che, qui, si stanno progressivamente perdendo”.

Minore vicinanza al mondo della chiesa, giovani sempre meno invogliati ad assumersi il “sacrificio” di prove e serate in confraternita, tanti i motivi di questo problema che potrebbe accentuarsi con il passare del tempo e cioè quando coloro che oggi portano i crocifissi più pesanti non saranno più nelle condizioni fisiche per poterlo fare e, dunque, si rischierà di avere processioni senza statue.

Mara Cacace

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