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Politica | 18 ottobre 2019, 07:56

Privatizzazione ospedale di Albenga, il Pd attacca: "Non si può spacciare come una 'necessità' adducendo questioni di bilancio"

Il Partito democratico ingauno replica ai consiglieri comunali Gerolamo Calleri e Cristina Porro

Privatizzazione ospedale di Albenga, il Pd attacca: "Non si può spacciare come una 'necessità' adducendo questioni di bilancio"

"Leggiamo le dichiarazioni dei consiglieri comunali Gerolamo Calleri e Cristina Porro in merito al futuro dell’ospedale di Albenga e riteniamo che sia necessario  ristabilire alcuni semplici dati di fatto" commenta in una nota il Partito  Democratico Circolo di Albenga. 

"La privatizzazione (o tentata tale, visto che non sono stati neanche capaci di farla per davvero) degli interi ospedali di Albenga e Cairo è stata una chiara scelta politica dell’amministrazione regionale del Presidente Toti e dell’Assessore Viale e non la si può spacciare come una “necessità” o peggio come “l’unico modo mantenere aperto l’ospedale” adducendo questioni di bilancio e necessità di risparmio".

"Perché se occorreva razionalizzare e risparmiare Toti e Viale potevano, ad esempio, non inventarsi ALISA, una sorta di Super ASL che ha dei costi abnormi: premi ai dirigenti che sono il triplo di quelli assegnati ai dirigenti delle ASL, un direttore ogni 3,8 addetti e - sfiorando il ridicolo – buoni pasto  ai dipendenti del valore di 7,00 €, contro i 4 € riconosciuti ai dipendenti delle ASL". 

"Invece si continua a suonare la grancassa e a dire che la privatizzazione è l’unica cosa che può salvare l’ospedale di Albenga. Nel frattempo chiudono i servizi. Per le visite specialistiche già programmate negli ambulatori dell’ospedale di Albenga i pazienti ricevono telefonate che li spostano a Pietra Ligure o a Savona. Noi non siamo di principio contrari alla collaborazione tra sanità pubblica e privata. Pensiamo però che sia la sanità pubblica a dover programmare servizi, ospedali e reparti, dopodiché è possibile che alcuni servizi siano esercitati in convenzione col privato. Deve essere il pubblico però a decidere i contenuti delle strutture sanitarie  e dei servizi territoriali, altrimenti la salute e le esigenze dei cittadini non saranno  garantiti, ma si garantirà solo il privato che investe". 

"E non vale dire, come affermano Calleri e Porro, che nei bandi (bocciati dal TAR) erano chiari impegni e funzioni del privato. Non è così. Fossero stati così chiari i bandi forse non sarebbero stati bocciati. Questa è il nocciolo della nostra  opposizione alla “privatizzazione totiana”. 

"Detto questo occorre anche riconoscere che se questa operazione  è per ora fallita non siamo stati noi a farla fallire: hanno fatto tutto da soli Toti, Viale e ALISA,  scrivendo un bando che il TAR ha bocciato - concludono dal Pd - Peccato che nel frattempo, nell'attesa di non si sa cosa, succeda che l’Ospedale perda i pezzi ogni giorno: un ambulatorio qui, una funzione là. E che chi dovrà occuparsene in futuro si troverà a confrontarsi con una demolizione in atto. Questo è quello che ci lasciano dopo 5 anni di governo".  

Comunicato stampa

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