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Attualità | 13 febbraio 2015, 13:45

Un manifesto per il paesaggio del finalese: proseguono gli incontri con la facoltà di architettura di Genova

Per tutto l'anno accademico gli studenti saranno impegnati a studiare il territorio, dalla costa alle aree rurali più interne

Un manifesto per il paesaggio del finalese: proseguono gli incontri con la facoltà di architettura di Genova

 

Dopo  l’avvio del progetto di ricerca attivato con il DSA,  la  Facoltà di Architettura di  Genova torna ad occuparsi di Finale.

Gli studenti  del Corso Magistrale in Progettazione delle aree verdi e del paesaggio,  all’interno del laboratorio di pianificazione del paesaggio , coordinati dalla professoressa Mariolina Besio, saranno infatti impegnati durante il corrente anno accademico nello studio del paesaggio finalese che dalla costa si estende sino alle aree rurali più interne,  la cui conoscenza è stata approfondita durante due giornate di studio svoltesi il 30 ed il 31 gennaio.

Il workshop si è concluso con un convegno  svoltosi nel complesso di Santa Caterina  che ha visto come relatori il professor Giovanni Murialdo ed il dottor Alessandro Grillo.

Giovanni Murialdo ha illustrato l’evoluzione insediativa  di questo importante ambito territoriale in quanto elemento fondamentale per la definizione della azioni progettuali per almeno tre ragioni che la professoressa Besio ha così sintetizzato:

- il progetto non potrà non tenere conto che il principio darwiniano dell'evoluzione vale anche nel caso dell'insediamento umano, e soprattutto per l'insediamento rurale,

- in epoca preindustriale i processi evolutivi  in gran parte hanno seguito regole che oggi chiameremo di sostenibilità ambientale e che gli studenti devono imparare a riconoscere per adattarle ai processi della contemporaneità

- nelle regole ricorrenti, che hanno segnato i rapporti tra fattori naturali e fattori umani, ci sono sedimentate le strutture dell'identità paesaggistica, che rendono unico ed irripetibile il territorio del Finalese e che gli studenti dovranno capire, evidenziare e valorizzare.

Alessandro Grillo, esperto di turismo verde oltreché guida alpina, ha parlato dei recenti sviluppi del turismo legati all'arrampicata sportiva ed alle varie modalità dell'escursionismo e, soprattutto, ha evidenziato come la qualità dei paesaggio sia condizionata, e spesso compromessa, dalle azioni dell’uomo.

All’incontro ha partecipato anche l’assessore all’urbanistica Marinella Orso che espresso l’interesse dell’Amministrazione  per l’attualità che il tema riveste su cui peraltro la stessa  dovrà impegnarsi in modo innovativo soprattutto alla luce  dei nuovi processi amministrativi che si stanno concretizzando con la formazione dell’UNIONE DEI COMUNI. Unione che oltre alla gestione comprensoriale del sistema  dei servizi primari dovrà attivare processi di pianificazione territoriale  superando l’impostazione  fin’ora seguita  basata sui limiti amministrativi dei singoli comuni.

Comun denominatore degli interventi   la definizione di “paesaggio”  sancita con la Convenzione europea  del paesaggio avvenuta a Firenze nel  2000 con la quale si è avviato un  nuovo processo di gestione del paesaggio inteso quale componente  fondamentale  del patrimonio culturale e naturale  ed elemento fondamentale del benessere individuale e sociale.

Paesaggio che, quindi,  non è più inteso come solo oggetto di contemplazione estetica bensì come elemento essenziale sia  per lo sviluppo economico del territorio in generale che per la  costruzione dell’identità collettiva di una comunità.

Partendo dal principio  che un buon paesaggio è sicuramente un bisogno per tutti  e produce un senso di benessere, l’assessore ha sottolineato l’importanza che l’attenzione  non sia esclusiva  di quei paesaggi dotati di particolari valori estetici o culturali perché tutto il paesaggio “è cultura”  come espressione del “contesto di vita della popolazione” ed ha anticipato alcuni obiettivi dell’Amministrazione tra i quali un approfondimento ed un’attualizzazione  del complesso sistema di vincoli che interessano il territorio sul principio che il vincolo paesaggistico, proprio perché introdotto per ambiti dotati di particolari valenze  ambientali e storico-culturali, debba  essere considerato come un valore aggiunto e non impedisca azioni innovative  di trasformazione e di fruizione attiva, nonché la definizione di un PUC e  una disciplina paesistica di livello puntuale che introducano, accanto ai tradizionali  parametri quantitativi ed alle spesso generiche descrizioni  tipologico-materiche , immagini e schemi grafici esplicativi delle azioni possibili sia sugli edifici che sugli spazi aperti nonché promuovano  progetti di valorizzazione anche dell’entroterra in quanto caratterizzato  da zone  che  si configurano come un polmone territoriale di elevato valore ambientale, naturalistico, storico, paesaggistico nonché un enorme patrimonio culturale  che va riconsiderato.

 

c.s.

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