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Curiosità | 15 gennaio 2016, 18:30

Il Panathlon International intende sempre più promuovere la “Carta dei Doveri del Genitore nello Sport”

Il Panathlon International intende sempre più promuovere la “Carta dei Doveri del Genitore nello Sport”

Il Panathlon International intende sempre più promuovere la “Carta dei Doveri del Genitore nello Sport”, documento nato nel maggio del 2014 e scaturito da una riflessione del Presidente Internazionale, Giacomo Santini, dopo aver partecipato a tutta una serie di riunioni conviviali dei vari Panathlon Club. In tali occasioni sono state affrontate molteplici tematiche, compresi una serie di dibattiti sulle responsabilità dei genitori nello sport.

 

Questa carta, l'ultima in ordine di tempo promulgata dal Panathlon International, è stata affiancata alle altre già presenti, che sono quella del Fair Play, la Carta del Panathleta e la Carta dei Diritti del Ragazzo nello Sport.

 

La Segreteria Generale, che ha sede presso Villa Queirolo di Rapallo, per rendere più incisiva la diffusione della Carta, ha ideato un “Protocollo di attuazione”, affinché la stessa venga recepita e veicolata a tutti coloro che hanno responsabilità nel processo formativo dell’educazione sportiva dei nostri giovani.

Per chi fosse interessato a sottoscrivere il documento può contattare la Segreteria Generale del Panathlon International all’indirizzo e-mail info@panathlon.net.

 

“Come nelle altre Carte del Panathlon, i principi sono semplici e fondamentali. Quasi un pro-memoria, più che un decalogo di obblighi ed impegni con il crisma della “tavola della legge” - spiega il Segretario Generale, Leo Bozzo - Una base da fare diventare oggetto di discussione anche e soprattutto fuori dal Panathlon, come pretesto per affrontare un fattore determinante nel rapporto fra i diversi attori che intervengono per la crescita di un giovane nel mondo dello sport: l'allenatore, i dirigenti, i compagni di squadra, i modelli ai quali ispirarsI”.

 

I dieci punti sono:

1) La scelta della disciplina sportiva preferita spetta ai miei figli in totale autonomia e senza condizionamenti da parte mia;

2) Mio dovere è verificare che l'attività sportiva sia funzionale alla loro educazione e alla loro crescita psico-fisica, armonizzando il tempo dello sport con gli impegni scolastici e con una serena vita familiare;

3) Eviterò ai miei figli, fino all'età di 14 anni, pesanti attività agonistiche, salvo discipline formative, privilegiando lo sport ludico e ricreativo;

4) Li seguirò con discrezione, con il loro consenso, se servirà ad aiutarli ad avere con lo sport un rapporto equilibrato;

5) Non chiederò agli allenatori dei miei figli nulla che non sia utile alla loro crescita e commisurato ai loro meriti e potenzialità;

6) Dirò ai miei figli che per essere bravi sportivi e sentirsi felici nella vita non è necessario diventare dei campioni;

7) Ricorderò loro che anche le sconfitte aiutano a crescere perché servono per diventare più saggi;

8) Indicherò loro i valori del Panathlon come fondamento etico per affrontare una corretta esperienza sportiva;

9) Al loro ritorno a casa non chiederò se abbiano vinto o perso ma se si sentano migliori. Né chiederò quanti gol abbiano segnato o subito o quanti record abbiano battuto, ma se si siano divertiti;

10) Vorrò specchiarmi nei loro occhi ogni giorno e ritrovare il mio sorriso giovane.

 

cs

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