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Attualità | 03 agosto 2017, 17:30

Rete Savonese Fermiamo il Carbone: "Intorno a Vado Ligure 'rifioriscono' i licheni"

"Riteniamo sia il segno del miglioramento dopo la chiusura dei gruppi a carbone"

Rete Savonese Fermiamo il Carbone: "Intorno a Vado Ligure 'rifioriscono' i licheni"

"Segnaliamo che da diversi sopralluoghi effettuati (pur senza pretese di valutazioni scientifiche) è attualmente riscontrabile in varie zone delle valli dei Comuni di Vado Ligure e Quiliano una rifioritura di varie specie di licheni (biodiversità lichenica), dopo che anni fa l'inquinamento della zona aveva condotto a fenomeni di rarefazione lichenica e anche di deserto lichenico" commenta la Rete Savonese Fermiamo il Carbone. 

"Come si legge sul Dossier “L’impatto sanitario del carbone La funzione sociale del medico: promotore di salute e di ambiente” (WWF, Ordine dei Medici di Savona e ISDE”) “Le varie campagne di biomonitoraggio mediante licheni condotte nell’area di Vado Ligure e nei comuni limitrofi hanno evidenziato una situazione di inquinamento marcato, come testimoniano i valori molto bassi di diversità lichenica. Addirittura in alcune zone (da Bergeggi ad Albissola) si era rilevato il fenomeno del cosiddetto ‘deserto lichenico’ (area dove, a causa del grave inquinamento, i licheni sono incapaci di sopravvivere)…”  Si vedano anche le importanti considerazioni del dott Giovanni Tamino presentate alla conferenza dei servizi del 17 settembre 2012".  

"E' opportuno ricordare che i licheni rappresentano i principali bioindicatori e bioaccumulatori dell'inquinamento atmosferico, utilizzati (anche come elemento probatorio nelle aule processuali) per determinare la qualità dell'aria delle aree geografiche sottoposte all'effetto nocivo di determinate fonti inquinanti. Tale tecnica di misurazione risulterebbe essere stata peraltro utilizzata anche nell'ambito dell'inchiesta sull'inquinamento provocato dalla centrale termoelettrica di Vado Ligure per determinare e isolare le zone esposte a determinati metalli pesanti provenienti dalle emissioni della centrale, al fine quindi di confrontare (tra le zone esposte e non) i dati sanitari della popolazione". 

"La stessa Regione Liguria già nel 2006 aveva diffuso una mappa della qualità dell'aria con biomonitoraggio mediante licheni epifiti (qui riportata nell'allegato 1) dove si segnalavano gli alti livelli di inquinamento ambientale, mentre anche un'analisi lichenica commissionata dalla stessa Centrale aveva riscontrato in alcuni punti livelli di inquinamento da metalli pesanti (mercurio, cadmio, cromo, arsenico) tra i più alti mai riscontrati in Italia secondo la tabella Nimis.  I licheni avevano quindi già segnalato in precedenza e a più riprese la gravità della situazione, nel silenzio di buona parte delle Amministrazioni preposte, le quali invece per anni riteniamo abbiano optato sia di ignorare i gravi problemi rilevati coi licheni, sia di non approfondire la questione sanitaria e ambientale (attraverso ad esempio un'indagine epidemiologica o un registro tumori), e inoltre non  rispondendo o ignorando le molteplici, preoccupate segnalazioni e diffide delle associazioni e dei cittadini".  

"Si potrebbe oggi dire che i cittadini savonesi hanno potuto fidarsi più dei licheni che di certe Amministrazioni. Dopo i miglioramenti evidenziati visivamente anche dall'aumento di diverse specie di volatili, in particolare le rondini, si starebbe quindi verificando anche un miglioramento dell'habitat naturale del comprensorio savonese “incidentalmente” a soli tre anni dal sequestro e della conseguente fermata dei gruppi a carbone della centrale termoelettrica".

"Ritenendo che  sarebbe comunque auspicabile una verifica sulla biodiversità lichenica scientificamente probante, evidenziamo anche il nostro grande timore che, nonostante tale miglioramento ambientale, i cittadini savonesi e vadesi possano riscontrare ancora per molti anni effetti negativi sulla propria salute, dato il periodo medio di latenza di diverse patologie collegabili agli effetti emissivi di una centrale a carbone - conclude la Rete Savonese Fermiamo il Carbone - Riteniamo che la cittadinanza potrebbe segnalare eventuali patologie che ritenesse correlate, al fine di valutarne e determinarne l'eventuale nesso causale e  anche in previsione dell'avvio di eventuali azioni risarcitorie". 

 

c.s.

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