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Attualità | 08 novembre 2017, 15:12

Boom di animali nella riserva marina di Bergeggi: che cosa succederà con questo crollo delle temperature?

E aumenta persino la presenza di barracuda nel Golfo dell’Isola, ma non è pericoloso, contrariamente a quanto una certa “cinematografia di genere” ha fatto credere nel corso degli anni

Boom di animali nella riserva marina di Bergeggi: che cosa succederà con questo crollo delle temperature?

Questa anomala estate, protrattasi fino ai primi di novembre con temperature spesso superiori ai 20 gradi, ha incentivato la vita nella riserva marina dell’isola di Bergeggi: un ripopolamento florido, con specie di per sé comuni presenti in grande quantità e affiancate ad esemplari più esotici ed inconsueti.

Adesso che però le temperature sono crollate vertiginosamente, che ne sarà di tutti questi pesci? Patiranno lo sbalzo o la situazione termica dell’acqua resterà più o meno costante?

Inoltre, l’avvistamento di specie non proprio comuni nel bacino del Mediterraneo Settentrionale, ha portato al moltiplicarsi di voci che parlavano di avvistamenti di barracuda: è realmente possibile che questo predatore popoli i nostri mari?

Commenta Simone Bava, direttore della riserva marina di Bergeggi: “In generale la fauna e la flora del Mediterraneo è abituata al freddo. Le specie arrivano dall’Atlantico Orientale, molto profondo e tendenzialmente caratterizzato da clima molto rigido. Solo l’apertura del Canale di Suez ha in parte elevato le temperature, ma tutto è nei giochi della natura, che come sappiamo è costantemente mutevole. Il Mar Ligure è sempre stato in inverno freddo e in estate caldo, diciamo che ultimamente sta solo piovendo in modo diverso, non ci sono più le stagioni così come erano delineate nel secolo scorso. E ci sono anche pesci che hanno bisogno di burrasche. Il Mar Ligure è profondo e con pochi fiumi, quindi non arriva concime e al di sotto dei 200 metri di profondità la luce non favorisce le grandi fioriture. Salvano la situazione il maestrale e la tramontana, che creano le giuste correnti per portare dei nutrienti. Maggio/giugno e settembre/ottobre sono stati da sempre i più pescosi, proprio per questi giochi di correnti, ma se la temperatura estiva si protrae troppo e senza grandi temporali va in crisi il sistema. La cosiddetta ‘burraschina’ con discesa delle temperature è indispensabile per ripopolare il mare di nutrienti, come del resto i pescatori della zona ben sanno”.

Sul cambiamento delle specie, aggiunge Simone Bava: “L’aumento estivo dà dei cambiamenti: non tropicalizzazione ma meridionalizzazione; arriva la cernia bruna, con i suoi quasi 30 kg di peso, che nel Mar Ligure non si è mai riprodotta. In questo ultimo decennio gli innalzamenti delle temperature hanno portato questa specie a riprodursi nella parte più Settentrionale del Mediterraneo. Animali con maggior tolleranza degli sbalzi minimo/massimo, dall’Atlantico al Mar Rosso, stanno iniziando a far parte del mar Ligure. Dovremo abituarci a vedere sempre più specie del Mar Rosso nelle nostre coste.

Il barracuda è sempre stato presente nel Mediterraneo, se ne trovano esemplari anche di 9-10 kg, ma la natura è sempre mutevole, anche minime variazioni possono determinare trasformazioni. Il top-predator dei nostri mari, cioè il branzino (o spigola, o luasso alla ligure) è andato in sofferenza per overfishing, sostituito dal pesce serra e dal barracuda, endemico e autoctono. La natura tende sempre a rigenerare un anello della catena che viene a mancare, se necessario sostituendolo con un altro. Cambiano anche i volatili: una volta non si vedevano le gazze ladre sul mare, ora tra Bergeggi e Spotorno ce ne sono tantissime”.

Bava però smentisce una eventuale pericolosità del barracuda: “Negli anni ’80 erano di moda i film horror dedicati a barracuda, piranha, alligatori e orche assassine, un po’ come succede a terra per i cinghiali. Tutto serve ad alimentare il vecchio mito dell’uomo-cacciatore che si confronta con i predatori presenti in natura. Ma qui in Liguria negli anni si è registrato solo un attacco di barracuda a un materassino nel parco nazionale delle Cinqueterre, a Monterosso al mare, ma tutto è successo a pochi metri da riva e a portata di bagnino, e comunque si tratta di un caso isolato”.

Alberto Sgarlato

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