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Attualità | 15 dicembre 2017, 15:32

"Artemanifesta": promozione pubblicitaria e arte contemporanea si incontrano in mostra a Calice

Domani l'inaugurazione dell'evento presso la Casa del Console

"Artemanifesta": promozione pubblicitaria e arte contemporanea si incontrano in mostra a Calice

Spesso un manifesto di una mostra d’arte è già di per se stesso un’opera di valore artistico. Quindi, perché non organizzare un esposizione proprio dedicata a questo genere di affissioni?

Questo è proprio quanto sta per succedere a Calice Ligure con “Artemanifesta – eventi dal 1968 al 1976”, mostra che sarà inaugurata domani, sabato 16 dicembre, alle 17.30 presso la Casa del Console di via Roma 61 e che sarà visitabile fino al 16 marzo 2018.

Da Cusumano a Sesia, da Ravedone a Carabba, da Viviani a Scanavino, e tantissimi altri, saranno presenti tutti i nomi degli artisti che hanno fatto grande il “Periodo Calicese”, ancora oggi ricordato in tutta l’Italia come felice momento artistico in un’era di grandi fermenti culturali nazionali.

Ne abbiamo parlato con Nico Scarabicchi, curatore della mostra.

Come è nata l’idea di valorizzare il manifesto come opera a sé stante?

“Esiste una produzione notevole di manifesti di quell’epoca; ero io il grafico che traduceva in immagine pubblicitaria il concetto del loro lavoro. Accettavano questa idea di sintetizzare in immagine grafica il loro stile, poi c’erano artisti che volevano personalizzare il lavoro, aggiungendo un particolare, un dettaglio inconfondibile; in altri casi, invece, pittori molto geometrici come Nangeroni o Capogrossi erano facilmente sintetizzabili attraverso un segno o un simbolo. Quando tutto ciò viene accettato dall’artista ne nasce una copia, un multiplo, ma in un modo particolare: le copie fino a quel momento erano qualcosa di strettamente legato all’originale, invece in questo caso era una copia che entrava nel mondo pubblicitario e che come tale acquistava una propria autonomia di immagine”.

Quanti saranno i pezzi esposti?

“Una cinquantina, a partire dal ’68, il momento in cui si iniziava a respirare questo cambiamento nella comunicazione. E poi ci saranno volumi dedicati a Scanavino, Mambor, Locci esposti dentro alcune teche, ci saranno proiezioni di filmati storici, dal libro “Io Mano” di Scanavino, a pubblicazioni di Locci, fino ad arrivare alla costruzione dell’albergo Viola, nel quale soggiornavano praticamente tutti questi artisti quando arrivavano a Calice”.

Oggi esiste ancora nell’arte questa cura dell’aspetto promozionale?

“Certamente sì: oggi, ad esempio, una prova concreta è la campagna promozionale di Olivotti per il Festival teatrale di Verezzi, addirittura premiata a Roma. Oggi è più curato il catalogo che l’affissione cartacea, ma nel web la cura dell’immagine della mostra è ancora importante. È cambiato il livello di applicazione, dalla carta a internet, ma il contenuto conserva il suo valore”.

Alberto Sgarlato

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