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Politica | 27 settembre 2018, 18:28

Savona, il consiglio comunale vota a favore del piano concordatario: via al futuro ingresso dei privati in Ata

La maggioranza del consiglio comunale vota favorevolmente alla futura stesura del piano concordatario della partecipata. Montaldo: “Non si parla di privatizzazione ma di un mantenimento comunque in house”

Savona, il consiglio comunale vota a favore del piano concordatario: via al futuro ingresso dei privati in Ata

La maggioranza del consiglio comunale di Savona non traballa e anzi vota compatta sul piano concordatario di Ata e quindi detta la linea per un futuro ingresso per il 49% di una new-co nell’azienda partecipata comunale.

Si spengono le polemiche delle settimane precedenti e si attende quindi il prossimo 3-4 ottobre per la stesura del piano che successivamente alla visione, porterà poi nel prossimo consiglio comunale a una probabile ingresso dei privati all’interno di Ata.

L’Assessore al bilancio e alle partecipate Silvano Montaldo come fatto nell’ultima commissione consiliare, cronologicamente ha esposto la situazione di Ata degli ultimi anni, auspicando alla stesura del piano consentendo così alla partecipata di avere nuovi sbocchi: “La Giunta si è espressa sulle linee di Ata, per andare a votare l’iter in assemblea e per sostenere il piano all’attestatario, i commissari e il tribunale di Savona. La nuova società si occuperà della gestione del ciclo rifiuti (parcheggi, servizi cimiteriali e il verde rimarranno in mano ad Ata), verrà messo sul mercato il 49% ad un soggetto che ne abbia le capacità con specificità industriali. Dobbiamo trovare soggetti che siano interessati, vi sarà una gara con 5 partecipanti e tutto questo fa capire che c’è un interesse per Ata”.

Ma non mancano le stoccate al passato consiglio d’amministrazione già paventate in sede di commissione: “Non nego una certa preoccupazione, permane la necessità di questo percorso: non è più una facoltà, ma un obbligo.

Sono stati fatti in passato investimenti che faccio fatico a giustificare, ad esempio il Sacro Cuore, il park di via Saredo e quello di località Passeggi e il  polo crematorio. Il servizio con un nuovo tipo di raccolta differenziata aveva necessità di un investimento di capitale o la società aveva un capitale proprio o non bisognava farlo, per non parlare dell’avvio dei cantieri negli altri comuni oltre a una sede faraonica di cui non si capiscono le necessità. In conclusione da sottolineare è la mancanza di investimenti sui mezzi operativi o di nuovi mezzi che hanno portato al disservizio giornalieri e i contratti passivi dei lavoratori”.

La parola poi è passata ai consiglieri che hanno presentato diversi emendamenti, su tutti il Movimento 5 Stelle, che ha toccato i temi della tutela dei dipendenti, del rinnovo del consiglio d’amministrazione e un’azione di responsabilità da parte della società: “Siamo arrivati a questi indirizzi a ridosso della scadenza, l’opzione di spacchettare la società in una New-Co, non risponde ai nostri principi e agli interessi della società. Se la società fosse stata gestita meglio ora si sarebbe da un’altra parte, il privato non è detto sia una soluzione” spiega il capogruppo del M5S Manuel Meles.

“Siamo contrari, la maggioranza ha aperto più volte ai privati, sia per i forni crematori che per lo statuto di Tpl, si è verificata una certa coerenza che viene sempre mascherata dietro agli errori della vecchia amministrazione. Ci sono dubbi perché non ci sono garanzie sui lavoratori da quel punto di vista, abbiamo chiesto più volte il piano industriale e non si è mai visto. Si parla di responsabilità politiche su questo tema e io credo che nella precedente amministrazione provinciale presieduta da Vaccarezza alcuni errori siano stati fatti. Deve finire questa caccia alle streghe” dice Marco Ravera, capogruppo di Rete a Sinistra.

“Per due anni siamo stati a parlare di nulla. Ritengo che ci sia un’enorme responsabilità di chi c’è ora, siamo arrivati a svendere l’azienda, chi deve pagare pagherà, ma non si può rimanere fermi. Ci sono documenti di cui non conosciamo il contenuto. Si poteva arrivare a una risposta diversa e vogliamo capire insieme a tutta la città. Due anni e mezzo sono sufficienti per gestire la situazione, non è giustificabile dire che è colpa di quelli di prima” ha continuato la capogruppo Pd Barbara Pasquali.

Anche la Cgil dopo le parole della scorsa settimana ha voluto commentare “il caso Ata”: “Ancora una volta si confondono le responsabilità con le soluzioni. Soluzioni che non mi pare siano quelle contenute nel documento presentato dall'assessore Montaldo. Inoltre dimostrano l'inaffidabilità dell'amministrazione comunale e del management di ATA, visto che stralciano il protocollo di intesa sottoscritto tra Comune, Società ATA, Cisl e Cgil oltre un anno e mezzo fa: Newco, quindi non è più società multiservizi; non è più interamente pubblica; non può esserci la garanzia degli attuali livelli occupazionale se non vi è il piano industriale”.

In conclusione dopo gli interventi favorevoli della maggioranza di Luigi Bussalai di Vince Savona, Emiliano Martino del Gruppo Misto e Matteo Venturino della Lega, l’assessore Montaldo ha voluto tirare le somme, chiudendo il “caso” relativo ad una spaccatura della maggioranza:  “C’è la possibilità di continuare a rimanere, tramite un’aggregazione industriale, ad un mantenimento in house. Qua applichiamo una linea guida, stiamo dicendo che potrebbe andarci bene la soluzione NewCo, ma ci vorrà un ulteriore passaggio in consiglio comunale. Sulla chiusura di Cima Montà ci torneremo, dobbiamo provvedere alla chiusura finendo gli ultimi due lotti che terminerebbero l’iter, siamo in contatto con la Provincia per definire il timing dell’attività. Non mi stupisce che ci sia stato un acceso dibattito all’interno della maggioranza, certamente una relazione sulle responsabilità era giusto che mi venisse richiesta”.

Luciano Parodi

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