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Politica | 31 ottobre 2018, 18:17

Il savonese Matteo Mantero: "Di Maio, l'Impero romano è caduto perché i soldati sono stati sostituiti dai mercenari"

Il senatore grillino, nella fronda dei dissidenti contro il decreto sicurezza, risponde al leader M5S sulla metafora della testuggine: "Non siamo un esercito, siamo un movimento"

Il savonese Matteo Mantero: "Di Maio, l'Impero romano è caduto perché i soldati sono stati sostituiti dai mercenari"

Crescono i mal di pancia tra i parlamentari pentastellati. Una "fronda" del movimento, contestando lo spostamento a destra della macchina decisionale, vuole votare contro il decreto sicurezza. Tra questi il savonese (di origini loanesi) Matteo Mantero, che lo ha detto a chiare lettere alla trasmissione "Un giorno da pecora" su Radio 1: "Il decreto sicurezza? Io non lo voterò; se votare contro o non votarlo lo deciderò la notte prima, al momento sono più per non votarlo. Anche se ci fosse la fiducia".

Per i vertici del M5S il voto contrario è inammissibile. "Io me ne assumo la responsabilità, come farà chi voterà a favore. Siamo tutti compatti come una testuggine, bisogna vedere però in che direzione va questa testuggine", ha sottolineato il senatore.  

"Questo è il primo caso di voto contrario ad un decreto della maggioranza – ha detto Mantero al programma condotto da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari - Ma se mi rendessi conto che continuassi ad andare contromano, ad un certo punto lo farei si, certamente. Riteniamo che il decreto sia migliorabile, l’impatto sul Paese può esser più negativo che positivo, non solo per gli immigrati ma anche per gli italiani".

Sono cinque i grillini pronti a votare contro il provvedimento: oltre a Mantero, Paola Nugnes, Gregorio De Falco, Elena Fattori e Virginia La Mura. Ciascuno con sfumature di opinione diverse. "Pecorelle smarrite", li ha chiamati Massimiliano Romeo, capogruppo al Senato.

Un grattacapo per Di Maio, alle prese con i compromessi da intavolare con la Lega su manovra, Tap (che andrà avanti nonostante le promesse della campagna elettorale), Tav e nomine Rai. Quanto al dl sicurezza, si gioca tutto sul filo dei numeri, perché i voti della maggioranza a palazzo Madama non garantiscono margini di sicurezza. 

Ma il decreto tanto caro a Salvini procede con lentezza. Il testo è all'esame della Commissione Affari Costituzionali, che però non riesce ad andare avanti perché la Commissione Bilancio non rilascia i pareri sulle coperture degli emendamenti dalla maggioranza e dal relatore (in quanto il governo non si pronuncia). Agli intoppi tecnici, quindi, si intrecciano gli scontri tra leghisti e M5S, insieme a quelli interni ai grillini stessi

In un'intervista al magazine Vita, Matteo Mantero non arretra e si rivolge direttamente al leader Luigi Di Maio, che a sua volta aveva evocato (in un post) la compattezza della testuggine romana.

"Non siamo un esercito, siamo un movimento - afferma Mantero nell'intervista -  A differenza di un esercito, dove è necessario obbedire agli ordini in un movimento politico si discute e si cresce con il dibattito, lo scambio di idee e lo scambio di opinioni. Ma al di là di questo, ci terrei a ricordare a Luigi e a chi è intervenuto facendo polemica che in realtà l'Impero romano non è caduto per colpa di qualcuno che si è tolto dalla testuggine".

"L'Impero romano - incalza Mantero - è caduto perché sono stati sostituiti i soldati con i mercenari. Per continuare ad avere dei militanti che combattano per il loro Stato e non dei mercenari bisogna aumentare la condivisione e la consapevolezza di quello che succede. Bisogna aumentare il dialogo, non azzerarlo".

Redazione

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