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Attualità | 23 marzo 2020, 20:35

Andrea Pasa (Cgil Savona): "Troppe attività sono dichiarate essenziali"

"Le attività non essenziali mettono a rischio la vita di chi lavora e dei cittadini"

Andrea Pasa (Cgil Savona): "Troppe attività sono dichiarate essenziali"

"Nell'Italia che affronta la tempesta del coronavirus ancora tante persone si recano ogni giorno nei luoghi di lavoro. Tra loro ci sono gli addetti di tanti settori che fanno parte degli 'essenziali': molti continuano ad operare, in una situazione sempre più delicata che – finora – non è stata regolata abbastanza dalle misure del governo". Così Andrea Pasa, segretario della Cgil Savona.

"La situazione nella nostra Provincia è a macchia di leopardo - prosegue Pasa - Abbiamo grandi aziende in cui siamo presenti e contrattiamo l'applicazione del protocollo sicurezza del 14 marzo, firmato da governo e parti sociali: questo ci consente di mettere in protezione i lavoratori, negoziando anche misure più vantaggiose rispetto agli accordi. Le cose però cambiano molto al variare delle dimensioni di impresa. La situazione più complessa la troviamo in tante piccolissime aziende, molte a gestione famigliare, dove una discussione legata all'emergenza e all'applicazione dell'accordo è difficile da fare. Il decreto di domenica  ha determinato maglie troppo larghe, ovvero ha considerato essenziali troppe attività che non lo sono. Addirittura da uno studio della Fondazione  di Vittorio risultano 'essenziali' per il Governo così come evidenziato nel Decreto sulla base dei codici Ateco  sono oltre 12 milioni di lavoratori dipendenti in Italia".

"Nel nostro caso alcune aziende si erano dichiarate disponibili a chiudere, ma dopo aver letto il testo ci hanno informato che resteranno aperte - continua il segretario savonese della Cgil - Per certi aspetti il decreto scritto in quel modo è stato un passo indietro. Attualmente l'unico strumento essenziale per garantire la sicurezza è il protocollo del 14 marzo, ovvero un accordo definito tra governo e parti sociali e rispettato nella sua stesura: al contrario di ciò che è accaduto per il decreto, i cui testi definitivi erano diversi da quelli concordati. Sono definite essenziali tutte le attività a ciclo continuo. Questa dicitura consente di tenere aperta praticamente l'intera produzione , anche di tante , troppe attività che essenziali non sono. Per noi  la salute resta l’unica priorità in questo momento e domani lo ribadiremo al governo. nell’incontro delle 11 con i ministri dello Sviluppo Economico e dell'Economia, Stefano Patuanelli e Roberto Gualtieri. , unitariamente i segretari generali di CGIL CISL UIL confermeranno all’esecutivo che molte delle attività industriali e commerciali non sospese non sono indispensabili o essenziali e, per questo, chiederanno di rivedere l'elenco".

"Nel frattempo in moltissime aziende sono iniziati gli scioperi e le ragioni sono quelle sottolineate dai sindacati confederali. 'Il decreto del governo ha definito i settori indispensabili che possono continuare le attività nei prossimi giorni. Riteniamo che l’elenco sia stato allargato eccessivamente, ricomprendendovi settori di dubbia importanza ed essenzialità. Contemporaneamente, il decreto assegna alle imprese una inaccettabile discrezionalità per continuare le loro attività con una semplice dichiarazione alle Prefetture'. Allo stop non parteciperanno, ovviamente, i lavoratori impegnati in produzioni strettamente collegate all’attività ospedaliera e sanitaria, alle produzioni di macchinari-attrezzature-manutenzioni per le strutture ospedaliere e alle disposizioni di legge. I sindacati ribadiscono che 'l’elenco delle aziende essenziali deve ricomprendere solo quelle attività strettamente necessarie e indispensabili per il funzionamento del Paese e non deve lasciare' " conclude infine Andrea Pasa.

Comunicato Stampa

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