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Attualità | 23 maggio 2020, 10:24

La Voce dei Giovani con Yepp Albenga: Social distancing network

Quanto le tecnologie hanno svolto un ruolo primario in questa fase di pandemia e quarantena: una situazione vista con gli occhi di un giovane

Foto di Vlada Karpovich da Pexels

Foto di Vlada Karpovich da Pexels

YEPP Albenga è l’associazione che aiuta i giovani a realizzare le proprie idee, a diventare cittadini attivi, e a portare ad Albenga il cambiamento che desiderano. Ha sede nel Centro Giovani di Piazza Corridoni 9, ex Cinema Astor.

Social distancing network

A me la tecnologia non piace. O meglio, non mi piace se si considera l’accezione che ha avuto da quindici anni a questa parte come sinonimo di social network e smartphone, per tanto non parlerò del classico stereotipo (sempre comparso da circa quindici anni a questa parte) del ragazzo svampito che rimane vittima di un tragico incidente a causa di un like, o di altri mali con cui i social network flagellano i giovani. Anzi, ne parlerò piuttosto bene.

Dopotutto, se a me la tecnologia non piace (se si considera unicamente il settore dei social media) al punto che questo articolo è stato prima scritto su carta, dovrò sforzarmi per trovare un qualcosa di positivo da aggiungere e i miei giudizi saranno ben ponderati e quanto più obbiettivi possibili.

Se consideriamo il campo dell’intrattenimento e dell’informazione, sicuramente la tecnologia è qualcosa che identifica una generazione piuttosto che un’altra (ebbene sì, per quanto triste nessuna generazione si identifica secondo il più datato o recente ritrovato nel campo dell’idraulica, o degli elettrodomestici, o di tecniche che ormai diamo per scontate). Spesso si considerano le generazioni più giovani della nostra come viziate dal momento che hanno accesso alle informazioni in modo più rapido, immediato e veritiero rispetto a come facevamo noi alla loro età, o di una fibra più debole poiché non avevano la pazienza di aspettare come un maestro zen il giorno e l’ora stabilita per guardare l’episodio della serie preferita, mentre in modo ipocrita talvolta tendiamo a guardare con aria di sufficienza le generazioni dietro di noi perché non avevano quell’immediatezza nelle informazioni e nell’intrattenimento per cui probabilmente loro ci considerano viziati e di fibra debole.

Se abbandonassimo questi stereotipi e ampliassimo il nostro punto di vista senza limitarci a considerare la tecnologia unicamente come (per quanto utile) strumento per comunicare (tragicamente inferiore al contatto umano diretto, che in questi ultimi tempi dovremmo aver imparato ad apprezzare) vedremmo che questa migliora la nostra vita in un modo che nemmeno sappiamo in molti ambiti (come l’ultimo ritrovato nel campo delle scienze idrauliche).

Tanto per cominciare in tasca abbiamo tutti accesso ad una miniera immediata di informazioni in tutti i campi del sapere umano. Questo rende di conseguenza l’analfabetismo funzionale e l’ignoranza su molti argomenti come la nostra storia e cultura ancora più grave tra i giovani, dal momento che ormai è unicamente indice di pigrizia e non di essere nati nella classe sociale sbagliata al momento sbagliato. Ma soprattutto, questo accesso può aiutarci attivamente nella vita di tutti i giorni. Io stesso ho utilizzato dei tutorial su internet per apprendere il segreto per cambiare la ruota di scorta alla mia auto osservando subdolamente il carrozziere (molto più anziano) stupito che mi aveva accusato di non essere in grado di farlo. Pensiamo solo che in questo periodo cruciale tanti ragazzi hanno potuto continuare il loro percorso di studi grazie alle lezioni online, e sono rimasti in contatto con gli amici.

Se vogliamo piuttosto essere tragici pensiamo al fatto che sarà grazie alle tecnologie mediche che potremo uscire dall’incresciosa situazione in cui ci troviamo.

L'Autore di questo articolo:

Robert Matafù, 24 anni, studente, ha frequentato il laboratorio di teatro di YEPP Albenga, nel tempo libero si interessa di letteratura, scrittura e giochi di ruolo.


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