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Attualità | 14 gennaio 2021, 11:08

Una tesi universitaria sull'intercultura da Albenga a Finale Ligure e nel Basso Piemonte

“Riflessioni di geografia interculturale. Buone pratiche interculturali nel territorio ligure e piemontese” è il titolo della tesi presentata dall'albenganese Francesca Piccolini al Disfor

Una tesi universitaria sull'intercultura da Albenga a Finale Ligure e nel Basso Piemonte

Riflessioni di geografia interculturale. Buone pratiche interculturali nel territorio ligure e piemontese”. Questo il titolo della tesi di laurea triennale discusso ieri in remoto dalla candidata Francesca Piccolini al Disfor, dipartimento di scienze della formazione, dell’Università di Genova.

La giovane albenganese ha preso in esame nove casi di studio strettamente legati al territorio del Ponente Savonese, tutti concentrati tra Albenga e Finale Ligure, tranne uno legato a una realtà territoriale di Ormea, che comunque pur essendo già in provincia di Cuneo è ancora situata nell’immediato entroterra ingauno.

Come recita il titolo, lo scopo della tesi era quello di evidenziare progetti, iniziative, comportamenti, che favoriscono l’intercultura, cioè la conoscenza, l’incontro e il confronto tra culture per un arricchimento reciproco.

Il centro giovanile Yepp Albenga, con il suo progetto “Welcomeship”, un percorso-guida per insegnare ai giovani a “fare impresa”, che ha coinvolto un gruppo eterogeneo e multiculturale e che è stato condotto in sinergia con altre sedi Yepp italiane ed europee; la sede cerialese dell’associazione di amicizia Italia-Cuba che, insieme alla Cooperativa Olivicola di Arnasco, ha “esportato” a Cuba la tecnica di costruzione dei muretti a secco e in tempi più recenti ha ospitato nel comprensorio ingauno i tecnici della Protezione Civile Cubana per parlare delle loro tecniche contro il dissesto idrogeologico; il Centro Storico del Finale di Finalborgo, che ogni anno ospita nella propria rievocazione storica “Viaggio nel Medioevo” gruppi artistici da vari luoghi d’Europa e che in particolare ha stretto una solida collaborazione con la compagnia portoghese Viv’Arte, tradottasi in molteplici scambi culturali negli anni; l’associazione Kronoteatro di Albenga che, con il suo spettacolo teatrale dal provocatorio titolo “Sporco Negro”, ha portato sul palco due attori del Gambia per parlare in modo caustico e ironico gli stereotipi e i luoghi comuni che si creano tra persone di origini differenti; il progetto “Migrazioni di ieri e di oggi”, condotto dalla classe quinta della scuola primaria di Calice Ligure, grazie al quale gli alunni hanno ripercorso i passi dei loro antenati immigrati soprattutto in Sud America (Uruguay e Argentina principalmente) e li hanno messi a confronto con le storie attuali degli ospiti dell’ex Sprar (oggi Siproimi) di Finale Ligure; il film documentario “Il tempo al di là dell’Oceano”, del regista Alessandro Beltrame, che racconta la storia di un orologio da torre prodotto dai Bergallo di Tovo San Giacomo e installato a Puerto Santa Cruz, in Patagonia Argentina; il progetto “Creare Ponti” dell’associazione Vita Nova di Finale Ligure, che ha creato momenti di convivialità e arricchimento culturale tra gli studenti di una classe del liceo Issel e un giovane gruppo di ospiti dello Sprar (oggi Siproimi) finalese; il Centro Provinciale Istruzione Adulti (Cpia) di Finale Ligure che, insegnando nuove competenze lavorative ai richiedenti asilo locali, ha tramandato la conoscenza dei tipici muretti a secco liguri; “La Volpe e il Mirtillo” di Ormea, unica realtà già in provincia di Cuneo, come dicevamo all’inizio, ma immediatamente alle spalle di Albenga, che ha fondato una cooperativa multiculturale per portare avanti antichi mestieri come ad esempio la manutenzione dei castagneti.

Questi sono i nove casi di studio analizzati dalla albenganese Francesca Piccolini per la sua laurea in scienze pedagogiche e dell’educazione.

Redazione

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