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Coldiretti Informa | 30 giugno 2021, 15:44

Cimici asiatiche flagello dell'agricoltura: nel savonese si potenzia l'"esercito" delle vespe samurai

Un insetto antagonista innocuo per l’uomo e gli animali è l’arma che potrebbe eliminare la diffusione della Cimice Asiatica che sta flagellando le produzioni di frutta e ortaggi in Liguria

Cimici asiatiche flagello dell'agricoltura: nel Savonese si potenzia l'"esercito" delle vespe samurai

La Cimice Asiatica continua a flagellare la produzione di frutta e ortaggi in Liguria e in altre regioni del Nord Italia, ma si spera abbia il tempo contato ora.
Regione Liguria ha infatti risposto alla massiccia diffusione sul territorio dell’insetto con l’adesione al ‘Piano Nazionale di Lotta’, che prevede il contenimento biologico dell’insetto antagonista ‘Trissolcus Japonicus’, comunque del tutto innocuo per persone, animali e piante.

La fase operativa del progetto di lotta biologica, prevista dal 28 giugno al 28 luglio, sfrutta l’elevata specificità dell’agente di controllo biologico per individuare e parassitizzare le ovature della Cimice Asiatica.

Da alcuni anni le produzioni agricole sono messe duramente alla prova dai danni provocati dalla Cimice Asiatica, una specie esotica comparsa nei nostri territori già da tempo e che ha progressivamente colonizzato territori e coltivazioni, non trovando antagonisti nel nostro ambiente.

“L’obiettivo è quello di ricercare un equilibrio ecologico, evitando l’uso eccessivo di prodotti fitosanitari, e per questo si è deciso di attuare il progetto di lotta biologica alla Cimice Asiatica con l’impiego del suo antagonista naturale ‘Trissolcus Japonicus’, o ‘Vespa samurai’, un piccolo insetto innocuo per l’uomo e per gli altri animali, perché non punge, si ciba di polline e nettare e non è dannosa per le api” commenta il direttore di Coldiretti Savona, Antonio Ciotta.

La ‘Vespa samurai’ è il principale limitatore biologico della Cimice Asiatica.
Seguendo le sue stesse rotte, anche la ‘Vespa samurai’ è già presente sul territorio italiano. Il progetto di lotta biologica pertanto non introduce una nuova specie esotica, bensì si propone di accelerare i tempi della sua diffusione, con l’obiettivo finale di ricreare un nuovo equilibrio ecologico che limiti la crescita esponenziale delle popolazioni  di ‘Cimice asiatica’ e la loro dannosità.

“Il progetto di lotta biologica alla Cimice Asiatica avrebbe dovuto cominciare prima, ma il Covid ha rallentato i tempi – spiega Ciotta - Si tratta di prove sperimentali. Dal monitoraggio dei risultati, i tecnici del Servizio Fitosanitario programmeranno le attività per il 2022”.

“La diffusione della Cimice Asiatica è un problema molto sentito da parte delle aziende agricole, che vedono rovinate le loro produzioni, talvolta anche con un’incidenza del 100%. Rovina frutta e verdura, perfino le nocciole – sottolinea - Bucano il prodotto attaccato e lo succhiano, con il risultato che la polpa intorno al buco si atrofizza, assume un aspetto antiestetico e ovviamente anche il sapore è sgradevole. Il problema è ancora più sentito per i produttori di uve da vino, ad esempio, o per produttori di grano. Difficile riuscire a scovale la Cimice Asiatica in mezzo agli acini dei grappoli o nel grano trebbiato, con le conseguenze che possiamo immaginare”.

“L’insetto antagonista è l’arma su cui puntiamo al momento. Speriamo che dia esito positivo per poter chiudere definitivamente la partita con la Cimice Asiatica ed evitare ulteriori danni alle produzioni e ai produttori”, conclude il direttore di Coldiretti Savona.

Maria Gramaglia

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