Coldiretti Savona aderisce e rilancia con convinzione la mobilitazione promossa da Coldiretti a Bruxelles contro le politiche dell’attuale Commissione europea, ritenute sempre più lontane dalle reali esigenze dell’agricoltura e dei territori. Giovedì 18 dicembre sarà presente anche una delegazione di agricoltori della provincia di Savona, pronta a far sentire la propria voce in difesa di un comparto che rappresenta un pilastro economico, ambientale e sociale fondamentale.
“Le scelte portate avanti dalla Commissione europea”, dichiarano Marcello Grenna, presidente di Coldiretti Savona, e Antonio Ciotta, direttore, “stanno colpendo duramente anche la nostra provincia. Parlare di centralità dell’agricoltura mentre si ipotizzano pesanti tagli alla Pac e si aprono le porte a importazioni che non rispettano le stesse regole imposte ai nostri produttori è una contraddizione inaccettabile. L’agricoltura savonese vale molto, in termini di reddito, occupazione e tutela del territorio, e non può essere sacrificata sull’altare di accordi commerciali sbagliati come il Mercosur”.
Un comparto che in provincia di Savona trova alcune delle massime espressioni regionali nel florovivaismo, settore di eccellenza riconosciuto a livello nazionale ed europeo, e nell’ambito forestale, centrale per la manutenzione del territorio, la prevenzione del dissesto idrogeologico e la gestione sostenibile delle aree interne. Realtà strategiche come la Piana di Albenga, cuore produttivo dell’agricoltura ligure, rischiano così di essere penalizzate da politiche che non garantiscono reciprocità e trasparenza.
“Senza l’obbligo dell’etichetta d’origine e senza regole uguali per tutti si mette in difficoltà un sistema agricolo che invece ha dimostrato di saper garantire qualità, sicurezza alimentare e rispetto ambientale. Le imprese savonesi, dal florovivaismo alla gestione forestale, operano ogni giorno con standard elevatissimi: non è accettabile competere con prodotti che arrivano da Paesi dove queste regole non esistono”.
Secondo Coldiretti Savona, le politiche europee attuali rischiano di indebolire la sovranità alimentare, colpendo proprio quei territori più vocati e fragili che avrebbero invece bisogno di maggiore sostegno. “La presenza della nostra delegazione a Bruxelles”, concludono Grenna e Ciotta, “è un segnale chiaro: difendiamo il lavoro agricolo, il valore delle nostre produzioni e il futuro dei nostri agricoltori. Serve un’Europa diversa, che ascolti davvero chi produce cibo e tutela il territorio”.












