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Al Direttore | 10 ottobre 2021, 09:30

Revoca della cittadinanza a Mussolini, Ferrando (Isrec): "Confusione nelle parole del sindaco di Finale Ligure"

"Non si tratta di ridare una verginità a nessuno né di correggere un errore del passato (errore che resta tale), ma semplicemente di rimarcare che quell’atto fu un errore"

Revoca della cittadinanza a Mussolini, Ferrando (Isrec): "Confusione nelle parole del sindaco di Finale Ligure"

Riceviamo e pubblichiamo il pensiero della Professoressa Franca Teresa Ferrando, presidente dell’Istituto Storico della Resistenza della provincia di Savona “Umberto Scardaoni”, a proposito della vicenda suscitata dalla questione della cittadinanza onoraria conferita a suo tempo dal comune di Finale Ligure a Mussolini:

Nelle parole del sindaco di Finale Ligure si evidenzia, in primo luogo, la confusione che viene fatta troppo spesso fra storia e memoria: le memorie del fascismo e dell’antifascismo sono due cose diverse e non sono conciliabili; la storia, invece, sul fascismo si è pronunciata chiaramente e in modo negativo. La repubblica italiana è fondata sull’antifascismo (e così la sua Costituzione) e su quel giudizio negativo, sul giudizio che appunto viene dalla storia.

Ma poi, di quale storia parla il sindaco di Finale? Forse della storia del Comune che sta amministrando? Quale storia qualcuno vorrebbe falsificare? Si falsificherebbe la storia dissociandosi dall’atto compiuto di conferire la cittadinanza onoraria a Mussolini?

Di questo infatti si tratta quando si chiede la revoca di quell’antica delibera: di dissociarsi, non di negare che quell’atto sia stato compiuto, ma semplicemente di dire, proprio alla luce della storia, che quello fu un atto sbagliato.

Conferire la cittadinanza onoraria è anche più che intitolare una strada (pensiamo al significato di tutte le cittadinanze onorarie conferite negli ultimi tempi a Liliana Segre): è un modo per onorare (lo dice l’aggettivo stesso) quella determinata persona.

Non si tratta di ridare una verginità a nessuno né di correggere un errore del passato (errore che resta tale), ma semplicemente di rimarcare che quell’atto fu un errore (del resto, non tutti i Comuni italiani conferirono la cittadinanza onoraria a Mussolini), e lo diciamo proprio dal punto di vista storico.

Non si tratta neppure di esprimere vergogna, ma appunto di dare un giudizio, revocando quell’atto sbagliato, dal quale riteniamo di doverci dissociare proprio per ragioni storiche.

Quanto all’ultima domanda che si fa il sindaco rivolgendola anche ai suoi interlocutori (siamo sicuri di quello che avremmo fatto noi in quella situazione al posto dei nostri nonni?), gli vogliamo ricordare che anche allora c’erano gli antifascisti e che in quegli uomini e donne noi ci riconosciamo, ben consapevoli dei rischi che correvano e dei sacrifici che dovettero subire (carcere, confino, persecuzioni e morte), non in coloro che si piegarono alla dittatura e che ritennero di dare la cittadinanza onoraria a personaggi che la storia ha condannato come appunto Benito Mussolini.

La Presidente dell’Istituto Storico della Resistenza della provincia di Savona “Umberto Scardaoni” - Prof.ssa Franca Teresa Ferrando

Lettera firmata

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