Un anno eccezionale per le IPO relative alla tecnologia è destinato a concludersi con una nota amare poiché i rendimenti derivano da un'ondata di volatilità del mercato azionario che ha spinto gli investitori a una fuga verso la qualità.
Oltre 130 IPO legati al settore tecnologico, che spaziando dalle app, ai software per trading, all’innovazione digitale, hanno raccolto più di 60 miliardi di dollari negli Stati Uniti quest'anno, un fatturato record per entrambe le metriche, secondo i dati citati da Bloomberg. Esse comprendevano circa un terzo dell'intero mercato delle IPO, escluse le società di acquisizione con scopo speciale e le quotazioni dirette. I recenti rendimenti degli scambi, tuttavia, sono stati poco brillanti.
Cosa sono le IPO?
IPO sta per initial public offering, acronimo che in Italian osta per offerta pubblica iniziale. L'offerta pubblica iniziale è il processo mediante il quale una società privata decide di vendere le proprie azioni al pubblico generale. Può essere una nuova azienda o una vecchia azienda che decide di quotarsi in borsa.
Le aziende possono aumentare il capitale azionario con l'aiuto di un'IPO emettendo nuove azioni al pubblico oppure gli azionisti esistenti possono vendere le proprie azioni al pubblico senza raccogliere nuovi capitali.
Una società che offre le proprie azioni al pubblico non è obbligata a rimborsare il capitale agli investitori pubblici. La società che offre le sue azioni, nota come 'emittente', lo fa con l'aiuto delle banche di investimento. Dopo l'IPO, le azioni della società vengono negoziate in un mercato aperto. Tali azioni possono essere ulteriormente vendute dagli investitori attraverso la negoziazione sul mercato secondario.
L’andamento del mercato azionario sulle IPO
Le IPO riguardanti il software di quest'anno sono aumentate in media del 23% durante il primo mese di negoziazione, sempre secondo i dati diffusi da Bloomberg. Questa corsasi è bloccata dopo che le nuove quotazioni hanno subito il peso delle oscillazioni del mercato delle scorsa settimane.
Per fare alcuni esempi:
● Vian Technology Inc. produttore di software pubblicitario è cresciuto del 75% nel suo primo mese di scambi, ma ora è sceso di circa il 60% al di sotto del prezzo di offerta.
● Tre delle ultime IPO di software sono scese del 30% o più dei loro prezzi di offerta
● Anche Grab Holdings Ltd. è in calo da quando è stata quotata in borsa fondendosi con una società di acquisizione all'inizio del mese.
Se non viene invertita, tale debolezza potrebbe minacciare l'appetito per le IPO all'inizio del 2022, ha scritto in una nota l'analista di Bloomberg Intelligence Alison Williams.
"La recente volatilità del mercato azionario è fonte di preoccupazione dopo che la forza del prezzo delle azioni e la volatilità generalmente attenuata hanno sostenuto i livelli di emissione finora", ha affermato.
L'IPO di Didi Global Inc. è tra i più grandi flop dell'anno. Il valore delle azioni del colosso delle corse è stato dimezzato dalla sua offerta di giugno a causa della pressione normativa in Cina che ha portato all'annuncio da parte di Didi della volontà di ritirarsi dalla quotazione della Borsa di New York.
Conclusioni, quale futuro per le IPO tecnologiche?
Dopo un 2021 scoppiettante che ha visto le IPO del settore tecnologia raccogliere più di 60 miliardi di dollari solo negli Stati Uniti, la fine dell’anno è stata purtroppo dura. Perdite generalizzate o quasi hanno posto società ed investitori in ansia per quanto potrebbe succedere nel 2022.
Se le preoccupazioni sono comprensibili, è difficile poter pensare a una battuta d’arresto troppo prolungata delle IPO di un settore in continua crescita come quello digitale. Se è facile prevedere un’inversione di tendenza nel 2022, una variabile su cui si dovranno concentrare gli investitori è senza dubbio il quando. L’intero mercato è al momento con il fiato sospeso per la progressione veloce della variante omicron, cercando di capire quali conseguenze la ripresa dei contagi da COVID-19 possa avere sull’economia. Ma paradossalmente, come la prima fase dell’epidemia ha mostrato, cioè che è un male per il resto del mercato, potrebbe rappresentare un vantaggio per il settore tecnologico.