Un invito a sensibilizzare tutti i titolari dei pubblici esercizi a controllare il green pass visto che alcuni cercano di aggirare l'invito.
Questa la richiesta del presidente di Fipe Confcommercio Pasquale Tripodoro che come molti suoi colleghi è alle prese con la verifica del super green pass obbligatorio dal 10 gennaio sia all'interno delle attività che per bere il caffè al banco.
"Il controllo del Green Pass non deve essere percepito come una perdita di tempo ma come un gesto attento alla salute dei propri clienti - ha proseguito Tripodoro nella sua lettera agli associati della federazione italiana pubblici esercizi - Pertanto lanciamo l’invito a sensibilizzare i soci verso il rispetto delle regole e a promuovere la diffusione del cartello (da posizionare fuori dal locale per informare i clienti)".
Dopo mesi e mesi di restrizioni che hanno messo in ginocchio il loro settore, la pazienza sta per concludersi e se non arrivano presto aiuto economici molti potrebbero tirare giù la saracinesca anche considerata l'ulteriore spada di damocle che incombe a causa del rincaro delle bollette di luce e gas.
"È come se fossimo stati assunti dal Governo per lavorare per loro. Se tutti rispettassero le regole tanti problemi non ci sarebbero, c'è tanto menefreghismo, c'è tanta gente che non ha il green pass e trova qualsiasi scusa per entrare. Non li faccio sedere, a costo di rimetterci un incasso, non si possono trovare questi sotterfugi" specifica il presidente Fipe.
Nei giorni successivi alle festività natalizie il lavoro è nettamente calato, infatti durante la settimana, tra quarantene, paura del contagio e restrizioni, Savona così molti altri comuni della provincia la sera soprattutto sono praticamente deserti.
"Tra chi è positivo al virus e la gente che rispetta le regole ma ha paura di girare per le città, c'è un netto calo del lavoro, a parte il venerdì e sabato, durante la settimana non c'è nessuno" puntualizza.
"Noi chiediamo Ristori, il Governo ci ha scaricato tutto addosso, lo hanno fatto perché non vogliono darceli, mettono in difficoltà non solo i pubblici esercizi, ma tutte le altre attività che si occupano dello svago. Se ne lavano le mani, ci dicono di arrangiarci" conclude Pasquale Tripodoro.