"L'occasione non è stata né auspicabile né delle migliori, un lato positivo però in tutta questa triste vicenda c'è, oltre alla solidarietà dei cittadini: abbiamo avvicinato al mondo del volontariato diversi 'volti nuovi' che ci auguriamo possano continuare, dopo aver scoperto le nostre associazioni, a far parte di questa realtà".
C'è sempre un rovescio della medaglia, anche nella negatività più assoluta di tragedie umanitarie come quella in corso in queste settimane in Ucraina. Quasi come a dimostrare che veramente "dal letame nascono i fior", citando Faber, la catena della solidarietà attivatasi per il popolo dell'est europeo a Finale Ligure ha infatti portato a sbocciare diversi fiori nel suo sempre fertile giardino.
Lo testimonia Emanuele Gerardi, presidente della Consulta del Volontariato finalese, che ieri mattina insieme ai militi di Croce Bianca Finalmarina e Croce Verde Finalborgo, oltre ai volontari dell'Aib Protezione Civile, si è recato al mercato ortofrutticolo di Pilalunga con un piccolo convoglio per consegnare alle cure dell'Associazione Pokrova il materiale raccolto dai cittadini finalesi, di Calice Ligure e di Orco Feglino e pure della Croce Bianca di Varigotti.
Tre mezzi carichi di otto bancali di cibo, materiale sanitario, vestiario, prodotti per l'igiene personale, giocattoli e farmaci da inviare al fronte: "Abbiamo catalogato quanto raccolto e quindi abbiamo diviso il tutto per tipologia merceologica - spiega Gerardi - e questo grazie all'impegno dei tanti che non solo hanno donato con la formula della spesa sospesa ma anche di chi ha aiutato a selezionare il tutto, compreso il personale delle farmacie del territorio finalese".
E mentre è sempre aperta la raccolta nei supermercati e nelle farmacie aderenti del comprensorio, oltre alla possibilità di effettuare donazioni in denaro alll'IBAN IT48 A087 5349 4100 0000 1400 092 (Banca Pianfei di Finale Ligure) da intestare alla Consulta del Volontariato del Comune di Finale Ligure con causale "Emergenza Ucraina", un'altra iniziativa ha coinvolto i primi rifugiati.
Per una ventina circa di persone, per lo più donne e bambini, alcuni insegnanti in pensione si sono resi disponibili per implementare l'efficienza delle lezioni di lingua italiana già organizzate da tempo con la Caritas per gli immigrati presenti sul territorio.