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Attualità | 27 marzo 2022, 07:30

Giornate Fai di Primavera a Savona, viaggio a Villa Cambiaso (FOTO)

In occasione del weekend organizzato dal Fai ci siamo immersi nella villa Esoterica, unica nel suo genere, presente a Savona in via Torino

Giornate Fai di Primavera a Savona, viaggio a Villa Cambiaso (FOTO)

Viaggio all'interno di Villa Cambiaso. Nella mattinata di ieri in occasione del weekend organizzato dal Fai per le Giornate di Primavera ci siamo immersi nella villa Esoterica, unica nel suo genere, presente a Savona in via Torino seguendo i racconti dei volontari savonesi del Fondo Ambiente Italiano insieme ai tanti cittadini che hanno voluto conoscere i segreti di un luogo sconosciuto ai più.

Il giardino, la fontana donata da Pio VII, le decorazioni sulle pareti e sul tetto, le vetrate e la chiesa consacrata nel quale oltre alla celebrazione di matrimoni si possono ammirare i volti di Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi.

Per i soli iscritti Fai invece si potrà intraprendere un vero e proprio "viaggio iniziatico", dove allegorie e indovinelli hanno lo scopo di spogliare il visitatore delle proprie convinzioni alla ricerca di una sapienza più profonda di sé.

Dal giardino all'italiana alla cappella privata, dai saloni affrescati alle stanze più riservate, sarà un viaggio non solo in un tesoro segreto di Savona ma a un vero e proprio mondo parallelo sospeso tra alchimia e antica conoscenza.

La visita permette quindi di visitare due luoghi iconici in questo senso: la sala da pranzo sovrastata da un affresco unico nel suo genere con Benito Mussolini che ara con i buoi un rigoglioso campo, benedetto da divinità pagane raffiguranti l'abbondanza; e la Stanza dei Giochi, il luogo più esoterico della dimora storica, dove svariati indovinelli tratti da una celebre opera lirica/esoterica contemporanea ai lavori di restauro regalano al visitatore lo spirito del cammino gnostico della massoneria.

LA STORIA

Il marchese Cambiaso si affidò per le vetrate e le decorazioni ad alcuni artisti fiorentini, tra i più grandi ideatori del Liberty, che ebbero rapporti stretti con la massoneria.

"Interessante, se non unico, è anche il legame che unisce l'esoterismo massonico da una parte e la “mistica” fascista dall'altra. Perché se è vero che la massoneria venne perseguitata pesantemente dal regime mussoliniano, nel fascismo non mancarono figure legate alla magia e all'esoterismo che in un qualche modo hanno influenzato alcune scelte artistiche presenti a Villa Cambiaso - dicono dal Fai - L'unicità della Villa sta non solo e non tanto in questo suo lato esoterico, ma anche e soprattutto nel fatto che quando la Villa divenne emblema massonico, la massoneria – come ogni altra forma di associazionismo – venne dichiarata fuori legge dal regime fascista. Villa Cambiaso era pertanto una sacca di resistenza esoterica in un contesto nazionale ostile".

L'antico palazzo nobiliare Ferrero-Colonna-Cambiaso sorge dal XV secolo circa nel quartiere di Villapiana, così chiamato per la presenza di un grande edificio per villeggiatura che era solo uno dei rinomati palazzi utilizzati dall'aristocrazia savonese e genovese come buen retiro estivo, al di fuori della cinta muraria medievale di Savona, lungo la strada che risaliva la Valle del Santuario per collegare la costa con i territori savoiardi.

Anticamente denominato anche Borgo di Santa Marta per la presenza di una chiesa dedicata a Santa Marta, l'impianto urbanistico prettamente bucolico dell'area, caratterizzata da vasti campi coltivati inseriti in un sistema di latifondi i cui proprietari erano le principali famiglie del Ponente, è stato stravolto a inizio XX secolo con l'instaurazione di alcune importanti fabbriche e la conseguente urbanizzazione di massa contraddistinta da palazzi, edifici pubblici e villette private destinate ai quadri e ai dirigenti delle attività imprenditoriali sorte nella zona.

Molti edifici di inizio XX secolo sono opere pregevoli dal punto di vista architettonico, essendo state influenzate dalle avanguardie del tempo, come il secessionismo viennese e il Liberty.

Villa Ferrero Colonna-Cambiaso è sopravvissuta nel corso dei secoli ai radicali cambiamenti della zona, unica tra le altre ville suburbane dell'aristocrazia dell'antica Repubblica di Genova - che invece sono state riutilizzate da enti e industrie come luogo di rappresentanza, sede di attività benefiche o locali uffici - a rimanere di proprietà privata. La sua severa struttura, tipica delle architetture genovesi, esternamente quasi insignificante non presentando elementi architettonici a rilievo, nasconde al suo interno pregevoli affreschi, giardini, vetrate e luoghi di culto ammantati da un'atmosfera regale che sembrano far ripiombare il visitatore agli anni d'oro della Colonia artistica dell'Arcadia Sabazia.

Le prime notizie documentate relative all'edificio oggi noto come Villa Cambiaso risalgono al XVI secolo. Nel 1530, infatti, una casa con giardino posta di fronte alla chiesa di San Lazzaro (al tempo lazzaretto, successivamente rinominata San Francesco) risulta proprietà di Ambrogio Ferrero che la utilizza come residenza di campagna. La datazione, tuttavia, anche grazie al ritrovamento di alcuni loggioni maiolicati (asportati nei restauri degli anni '30 del XX secolo) potrebbe retrodatarla alla fine del Quattrocento. Assai documentata è la storia della villa nel secolo XVII quando viene definita «casa del giardino di Francesco Ferrero, vicino a San Francesco da Paola» e considerata accogliente e dotata di una cappella nella quale «potervi ufficiare».

Nel 1655 il palazzo viene ristrutturato e sopraelevato. In quell'anno, infatti, vi si trasferì il nobile genovese Luca Spinola che, «a sue spese, fece fare molte comodità, per goderle sin che vivesse esso e sua moglie, per lasciarle poi in dono al suddetto Ferrero». Per circa 150 anni la villa non subì particolari stravolgimenti, fino a quando nel 1797 le truppe napoleoniche vi si stabilirono, requisendola di fatto ai nobili, impiantandovi un dormitorio e anche dei forni per il pane come nella vicina chiesa di San Francesco, definitivamente sconsacrata.

A metà XIX secolo un'alluvione, causata dall'esondazione del vicino torrente Letimbro, danneggiò pesantemente il pian terreno. Poco dopo la Prima guerra mondiale fu alloggiamento per soldati e in seguito ai gravi stravolgimenti di questo breve ma intenso utilizzo, il marchese Cambiaso prima e la figlia successivamente diedero il via a importanti lavori di restauro con il fine di riportare all'antico splendore la dimora, aggiungendo un marcato disegno esoterico-massonico a tutto l'edificio e apporti artistici legati all'Art Nouveau. I lavori furono ultimati nel 1936.

A partire dalla fine degli anni '80 del secolo scorso la Villa è stata aperta al pubblico in occasione di mostre ed eventi particolari. L'edificio probabilmente risalente al XV secolo che si trovava sul sito dell'attuale Villa Cambiaso è stato ampiamente rimaneggiato nel secolo successivo, rimanendo di esso sostanzialmente solo la pavimentazione a loggioni maiolicata successivamente eliminata a inizio XX secolo.

Degli affreschi della villa in età rinascimentale non si hanno notizie. Le testimonianze artistiche più antiche oggi presenti nella villa risalgono all'età barocca e si trovano nella chiesa interna che servì anche da edificio sacro per il quartiere per diversi decenni dopo la soppressione della vicina chiesa di San Francesco. L'altare è del 1614 e la tela al di sopra di esso raffigurante “L'Assunta in Cielo tra gli angeli” è di Giovanni Battista Carlone (1603-1680). Grazie al pittore Pio Vintera, ultimo proprietario della villa, nella chiesa è possibile anche ammirare alcune rarissime casse processionali del Venerdì Santo utilizzate dai bambini che inscenavano una processione simile a quella degli adulti con armenti a loro misura. Del XVIII secolo sono invece molti abiti talari e alcuni paliotti ricavati da antichi tessuti nobiliari. Fu Francesco Ferrero, sposato con Geronima Gavotti, che nel 1655 aiutato economicamente da Luca Spinola, che ospitava con la moglie “vecchio e cieco”, restaurò il palazzo e lo elevò di un piano. Nel 1714 Lorenzo Ferrero era l'ultimo proprietario della casata e, alla sua morte, gli eredi lo vendettero alla nobile genovese Eugenietta Spinola Pallavicino, alla fine del XVIII secolo. Questa, intorno al 1800, vendette l'edificio a Paolo Vincenzo Agostino Colonna, Marchese di Galliano, della famiglia dei signori d'Istria. Dei suoi figli maschi, l'unico che gli sopravvisse fu Giovanni Carlo, sposatosi con Bianca Maria Gabriella Grillo Cattaneo (1788-1816), dalla quale ebbe due figlie: l'unica a sopravvivere all'infanzia fu Bianca Maria Caterina Gabriella Ersilia Limbania (Nina) Colonna che sposò il 12 giugno 1822 il Marchese Giovanni Battista Cambiaso (1795-1861), nipote del doge Giovanni Battista e Papa Pio VII, come dono di nozze, inviò una fontana di marmo attribuita al Bernini. La villa risentì sia dell'alluvione del 1858 che del terremoto del 1887; tra gennaio 1921 e marzo 1924 venne adibita a caserma militare. I danni iniziarono ad essere riparati da Giovanni Battista a partire dal 1928 con un meraviglioso lavoro che ha reso tutto l'edificio un vero e proprio tempio esoterico. Alla sua morte fu la figlia Rosa Pierina, (sposata con il Capitano Vittorio De Majo) a portarli avanti fino al 1936. Dopo la morte di Rosa Pierina nel 1973, il figlio Giovanni Battista Giuseppe De Majo la vendette alla famiglia Vintera, attuale proprietaria della dimora storica.

 

Luciano Parodi

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