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Attualità | 18 luglio 2022, 18:30

Crisi sociale, la Cgil Savona chiede iniziative di contrasto a Governo e istituzioni: "No alle deroghe in peggio su orari, turni e salario"

Il segretario provinciale Pasa sottolinea le forti preoccupazioni sulle condizioni di lavoro nel savonese, legate in particolare a precarietà, salari e sicurezza

Crisi sociale, la Cgil Savona chiede iniziative di contrasto a Governo e istituzioni: "No alle deroghe in peggio su orari, turni e salario"

Il nostro Paese sta vivendo un momento di "crisi sociale spaventosa", con disuguaglianze e ingiustizie sociali sempre più marcate da problemi che hanno "reso evidenti tutte le fragilità di un sistema globale" dove "i diritti delle persone e dell'ambiente" sono stati messi ai margini "ponendo al centro le ragioni della finanza e del profitto".

Un allarme nazionale ma a cui la Liguria e il savonese non sono certo estranei, sottolinea la segreteria provinciale della Cgil, chiedendo anche alle istituzioni del territorio una presa di coscienza definitiva del problema cercando così soluzioni reali.

"La guerra che imperversa in Ucraina, la crisi climatica con la siccità sempre più diffusa, l'inflazione che galoppa, ancora la pandemia sanitaria, col Covid che rialza la testa, e quella del lavoro, con Inps e Istat che certificano ogni giorno che il lavoro è ormai quasi solo precario e il più delle volte sottopagato, quando c’è, con le retribuzioni più basse d’Europa" sono, secondo il segretario Andrea Pasa, le principali cause di questo divario, argomenti dai quali però "spesso sembra allontanarsi parte della classe politica italiana, la stessa che poi magari si sorprende quando le persone non votano o premiano i populismi".

A tutto ciò si sta aggiungendo una "crisi al buio, di quelle che abbiamo spesso già visto nel passato" ma stavolta con una situazione politica "se possibile molto più drammatica delle altre", ovvero quella del Governo Draghi, col premier dimissionario nei giorni scorsi (atto poi rifiutato dal Presidente Mattarella): "Siamo un po’ tutti increduli, appesi alle prossime ore quando Draghi parlerà alle Camere - aggiunge Pasa -. Ma nel frattempo, e da troppo tempo, il paese reale, le persone, aspettano risposte immediate a un’emergenza non più rinviabile, che se non verranno date potrebbe trasformarsi in una vera e propria bomba sociale".

"Risposte alle tante, troppe questioni che sono ancora aperte nel Paese e che devono essere date senza aspettare la legge di bilancio, ma già da questo mese. I temi stanno lì, nella loro evidenza: crisi energetica, superamento della precarietà, strumenti fiscali per tutelare i salari e le pensioni dall’aumento dell’inflazione, salario minimo e legge sulla rappresentanza, rinnovo dei contratti, politiche industriali, scuola, sanità, una vera riforma fiscale, pensioni, politiche dell’abitare, vecchie e nuove povertà, la soluzione alle crisi industriali e dare piena realizzazione al Pnrr" ribadisce quindi il segretario, aggiungendo come la Cgil rimanga "rispettosa delle soluzioni che il Parlamento dovrà individuare" purché questa crisi sociale sia trattata come priorità.

Sulla riduzione delle diseguaglianze "la leva maggiore e le decisioni spettano alla politica nazionale - aggiunge Pasa - ma deve essere un impegno di tutti i soggetti sociali di questo Paese, anche e soprattutto quelli che rappresentano il lavoro e i lavoratori: sindacati confederali, associazioni datoriali e istituzioni locali".

Per le prime due, insieme agli imprenditori, la responsabilità è, secondo Pasa, quella di migliorare le condizioni di lavoro, e quindi di vita, delle persone "evitando di derogare in peggio i contratti nazionali firmati dalle organizzazioni maggiormente rappresentative, denunciando agli organi di vigilanza e controllo, fino alla Prefettura, quelle imprese che continuano a voler peggiorare le condizioni di lavoro, di salute e di sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori" in particolare per quanto concerne orari, turni, precarietà e salario.

"C’è bisogno di altro, soprattutto nel nostro territorio, soprattutto in provincia di Savona, dove la precarietà è tra le più alte delle provincie del nord ovest (l’83% dei nuovi contratti è precario), il salario tra i più bassi, almeno la media delle retribuzioni nel lavoro privato (meno 8,8 % rispetto alla media delle retribuzioni della Liguria), e dove le denunce di infortunio continuano ad essere le più elevate di tutta la Regione Liguria - spiegano dalla segreteria provinciale -. C’è bisogno di aumentare le retribuzioni, rinnovando i Contratti nazionali, rinnovando gli integrativi aziendali laddove esistono e sforzarsi di estenderli dove non sono presenti, contrastare la precarietà, abbassare gli orari di lavoro a parità di salario e non il contrario, costruire accordi anche territoriali in cui si migliorano le norme e si aumentano i salari e non il contrario".

"La Cgil di Savona è in campo per provare a fare tutto questo, è disponibile a discutere con tutti mettendo sui vari tavoli le piattaforme condivise con Cisl e Uil (infrastrutture, rinfuse, sviluppo, sanità, contrattazione sociale) mettendo al centro le persone con l’obbiettivo di ridurre le diseguaglianze che continuano ad aumentare. Chiediamo uno sforzo anche alle istituzioni locali, alle associazioni datoriali e alle imprese:  no alle deroghe ai contratti nazionali, no alle deroghe in peggio su orari, turni e salario" conclude Pasa.

Redazione

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