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Savona | 25 ottobre 2023, 17:10

Rigassificatore, l'ex Ministro dell'Ambiente Costa: "Perché raddoppiamo l'acquisizione del gas, lo venderemo a qualcuno?"

Oggi l'incontro "La strategia energetica italiana: i casi di Piombino e Vado". Ingegnere nucleare: "In presenza di grandi quantità di energia stoccate in maniera localizzata, non è corretto escludere eventi molto devastanti"

Rigassificatore, l'ex Ministro dell'Ambiente Costa: "Perché raddoppiamo l'acquisizione del gas, lo venderemo a qualcuno?"

"Qualcuno ci deve spiegare perché noi raddoppiamo l'acquisizione del gas dicendoci che ci serve per i nostri approvvigionamenti, questo vuol dire che il gas lo venderemo a qualcuno. Se noi acquistiamo le navi vuol dire che intendiamo ammortizzare in un certo tempo. Perché le abbiamo acquistate se non ne abbiamo la necessità?".

Questa la provocazione lanciata dall'ex Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare dal 2018 al 2021 nel governo Conte, il deputato del M5S Sergio Costa durante l'incontro "La strategia energetica italiana: i casi di Piombino e Vado" organizzato nella sede della Stampa Estera con al centro la nave rigassificatrice "Golar Tundra" attualmente ormeggiata nel porto toscano e che dovrebbe spostarsi nel 2026 a circa 4 km dalla costa di Vado, 2.9 km da Savona.

"Se faccio una scelta strutturale non sto affrontando l'emergenza ma sto pianificando il futuro a decenni che non collima con la linea dell'Unione Europea, con la probabile linea della Cop28, con la nostra presidenza del G7, sono gli atti che lo dicono" ha continuato Costa.

"Il Ministro dell'Ambiente Pichetto Fratin non ha ritenuto si dovessero osservare le norme che regolano la procedura per il rilascio delle autorizzative come la normativa Seveso prevede per gli impianti a rischio elevato - ha puntualizzato - Si è lasciata ampia libertà a Snam di aprire un cantiere e posizionare un rigassificatore in porto, a stretto contatto con chi lavora e con il continuo traffico di passeggeri e a breve distanza dalla città. Tutto questo è avvenuto con il beneplacito del commissario straordinario Giani del Pd, il quale non ha tenuto in considerazione le 129 prescrizioni da osservare che sono state inviate da vari enti, istituzioni e associazioni. Il 29 giugno 2022 aveva dichiarato che finché non si fosse assicurato sulle condizioni di sicurezza, impatto ambientale e rispetto della città, non avrebbe firmato nulla. Se considerate che pur con il nulla osta di fattibilità approvato non esiste a tutt'oggi un piano di emergenza esterna le cose non vanno certo bene".

Piero Andreuccetti, ingegnere nucleare ed esperto di rischio di incidenti rilevanti ha espresso le sue considerazioni tecnico scientifiche sui rischi del posizionamento dell'infrastruttura a Vado Ligure: "In questi casi quando siamo in presenza di grandi quantità di energia stoccate in maniera localizzata, non è corretto escludere degli eventi molto devastanti, non si può escludere una collisione con un'altra nave o un cedimento della stessa in condizioni meteo marine estreme. Se si va a vedere negli ultimi 40-50 anni nelle navi petroliere o piattaforme si trovano 50 incidenti gravi, questo vuol dire che si trova una probabilità di un decimillesimo all'anno". 

Andreuccetti ha poi focalizzato l'attenzione sull'ipotesi di uno squarcio nel serbatoio dal quale potrebbero fuori uscire un metro cubo al secondo di gas liquido per mezz'ora. "Questo va a finire in mare e nell'acqua si crea una sorta di gayser di vapore di metano. Una nuvola di questo tipo quando arriva sul ponte della nave dove ci sono scintille varie, magari c'è anche qualche utenza elettrica che sta funzionando, se siamo in una percentuale di metano tra il 5 e il 15% si ha la detonazione" ha proseguito.

Luciano Parodi


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