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Attualità | 03 marzo 2024, 07:44

L'inflazione incide anche sulla tazzina di caffè, ma il bar resta una "coccola" irrinunciabile per i savonesi

Il costo delle materie prime e non solo influiscono sugli aumenti, minori sullo scontrino che riguardo alle spese degli esercenti

L'inflazione incide anche nella tazzina di caffè, ma il bar resta una "coccola" irrinunciabile per i savonesi

Il buongiorno si vede dal mattino, e come può essere tale senza una generosa colazione? Un rito per gli italiani che diventa quasi sacralità per gli italiani quando si sceglie di compierlo al bar.

Non fanno certo eccezioni i savonesi, eppure anche nella nostra provincia concederselo costa sempre di più, sostanzialmente a causa dell'aumento del costo delle materie prime e non solo: basti pensare all'olio che ha fatto lievitare, ad esempio, il costo al chilo della focaccia. 

Tra i prezzi che maggiormente incidono sull'aumento del primo pasto quotidiano c'è senza dubbio quello del caffè che ormai ovunque nel savonese ha raggiunto, al banco, il prezzo di almeno 1,20€. Secondo l'Osservatorio Nazionale Federconsumatori, l'aumento medio nell'ultimo anno sul prezzo "alla tazzina" al bar è del 2,5% portando il costo medio di una colazione da 2,95€ a 3,07€ dal 2022 ad oggi.

"Come scontrino medio al tavolo nel savonese si va dai 5 agli 8 euro, in base alla zona, mentre al banco gli aumenti hanno inciso un po' meno e siamo sui 4/4,50 euro - afferma il presidente Fipe Confcommercio Savona, Carlomaria Balzola - Generalmente l'aumento principale ricade sullo scontrino pro capite, non sul singolo alimento o bevanda somministrata ma il servizio dei pubblici esercizi è sempre attivo e ricercato e non ha crolli".

Eppure tra colazione e inflazione non c'è solo la rima di mezzo. Ma a cosa sono dovuti questi costi? "Gli aumenti verso il consumatore sono molto contenuti rispetto a quelli dei costi in entrata che abbiamo avuto nella filiera che sta dietro ai pubblici esercizi, elettricità e materie prime su tutti - sottolinea Balzola -. A fronte di questi va detto come i prezzi in uscita non siano stati così impattanti".

D'altronde, basta guardarsi intorno: cosa in questi ultimi anni non è aumentato? Lo sa bene non solo chi vende, ma anche chi produce uno di questi beni fondamento della colazione come il caffè.

Quello che quotidianamente beviamo nelle caffetterie, viene estratto dal seme di un frutto - spiegano i fratelli Francesco e Lorenzo Giovannacci, il cui cognome è indissolubilmente legato, nel savonese e non solo, alla nera bevanda - per produrlo servono molte risorse e tempo, considerando la provenienza stessa del caffè da Paesi a ridosso dell'equatore, quindi con un lungo viaggio e una lavorazione che coinvolge centinaia di famiglie e persone lungo tutta la sua catena di produzione, senza contare i costi del trasporto".

L'Italia è famosa per essere la patria dell'espresso, eppure è anche il Paese al mondo in cui costa meno. Nonostante il barista professionista oggi abbia "costi molto più elevati di qualche anno fa" ricordano i Giovannacci, che hanno seguito nell'ultimo anno la formazione di circa 200 figure. "La formazione e la professionalità hanno un costo, così come il personale, gli affitti, le utenze Il barista è un imprenditore che deve fare margine per poter vivere come chiunque altro professionista e oggi è obbligato ad aumentare, seppur di poco, il prezzo dei suoi prodotti".

Una possibile strategia sta quindi nella consapevolezza e nella conoscenza reciproche. "Sarebbe buona cosa differenziare il prezzo della tazzina di espresso in base alla qualità scelta e servita, come avviene già nel Nord Europa e in alcune attività nel nostro territorio - continuano Lorenzo e Francesco -. Questo faciliterebbe la comprensione del prodotto e della qualità da parte del consumatore, che vedrebbe prezzi diversi per caffè di qualità diversa. Ad oggi, chi investe in qualità esce allo stesso prezzo di chi invece non ha interesse a comprare un prodotto di alta qualità e offre così un prodotto non sostenibile, comprato a basso prezzo, spesso non tracciabile e di bassa qualità, proveniente da piantagioni intensive con alto tenore di caffeina e molti difetti, riscontrabili anche in tazza. Ma la formazione in questo, per poterlo anche spiegare ai consumatori, è fondamentale così che i clienti possano comprendere tale scelta se risulta essere fondata, necessaria e comprensibile".

Un concetto sul quale è concorde lo stesso Balzola: "Tutto va poi rapportato all'utenza, alla disponibilità che hanno i clienti nel pagare la qualità di un servizio offerto: il bar è una coccola, quando uno sceglie di fare colazione al bar lo fa disposto a spendere, proprio per ciò che significa. L'appetibilità e la convivialità, il tener vive le città come sanno fare i bar con le colazioni e gli aperitivi non ha avuto decrescite e, anzi, lo vedo come uno sprone per la categoria. Siamo coloro che più danno vivacità alle nostre città".

Mattia Pastorino

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