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Politica | 03 marzo 2024, 14:03

Comunali 2024, il "caso Finale" scuote la politica, tra alleanze partitiche e basi di civismo

La partita vera sembra tra Guzzi e Berlangieri, con quel che pare un diverso concetto di "campo largo". Ma attenzione al ruolo che potranno giocare le altre liste

Comunali 2024, il "caso Finale" scuote la politica, tra alleanze partitiche e ambizioni di civismo

La sala del Consiglio Comunale di Finale Ligure: da giugno avrà un nuovo sindaco

Se l'esito delle regionali in Sardegna è già diventato caso di dibattito per la politica in ottica europee, a livello locale il voto attenzionato sul piano politico regionale, se non addirittura nazionale, è senza dubbio quello di Finale Ligure, capace in una cittadina da 11mila voti di riflettere nel suo piccolo i grandi temi nazionali, tra parallelismi e ripercussioni: un centrodestra a volte in disaccordo tra le sue anime e un centrosinistra dove il cosiddetto "campo largo" stenta a trovare la quadratura del cerchio.

Tre sono al momento le compagini in lizza in attesa di nuovi sviluppi dal gruppo "Finalesi in Movimento", tutte di natura civica. Eppure quella che sembra essere la partita più intrigante, quasi un "derby" come ai tempi calcistici di Finalese e Finalborghese, è dove vi è un'ispirazione politica più marcata, laddove i partiti hanno espresso il proprio sostegno.

Da un lato il vicesindaco uscente Andrea Guzzi con parte della squadra di governo fatta dal Pd e altri esponenti non legati ai partiti ai quali si sono uniti Lega, Udc e, con ogni probabilità, Lista Toti. Dall'altro Angelo Berlangieri, presidente degli industriali savonesi ed ex assessore regionale con la Giunta Burlando, che finora ha raccolto i consensi di Forza Italia e sembrerebbe Fratelli d'Italia, anche se da questi ultimi posizioni nette sono sono ancora state espresse.

E mentre entrambi i candidati hanno sottolineato a più riprese la natura civica dei propri progetti, basati su finalesi per i finalesi o sui cittadini per la comunità che dir si voglia, mettendo davanti "le persone", c'è anche chi non ci sta a questo gioco di unioni inedite.

Dalla pagine addirittura di Repubblica, il segretario regionale dei dem Davide Natale ha imposto il proprio ultimatum: il Partito Democratico, in quanto tale, non può convivere con la Lega oltre i confini del civismo è la linea dettata. Parole che paiono stridere con quelle della neo eletta segreteria di circolo finalese, che ha rivendicato il percorso già intrapreso dieci anni fa col sindaco Frascherelli aprendo le porte a nuovi alleati, e più vicine al pensiero di quella sinistra non Pd rappresentata da Sinistra Italiana ed Europa Verde, i cui rappresentanti provinciali hanno auspicato di volgere lo sguardo più a progetti simili a quello savonese di Marco Russo che ad "operazioni mirate alla conservazione del potere per il potere stesso" frutto di accordi inusuali.

Dal "fronte destro" è invece giunto quasi come un monito, ai propri alleati di governo regionale e non solo, l'interrogativo del consigliere regionale di Forza Italia Angelo Vaccarezza già all'indomani della nota in cui gli stessi sostenevano il medesimo candidato dei dem "coi quali litighiamo ogni giorno in consiglio regionale". Avvertimento quasi premonitore dopo una settimana circa, che però pare aver sortito più effetti sulla sinistra che non verso le rive a cui era rivolto.

Lega e Udc, dopo l'appoggio nei comunicati di sabato scorso, continuano convinti nelle proprie posizioni mentre anche la Lista Toti, che aveva poi chiarito la sua posizione di cauta equidistanza momentanea in attesa di un confronto interno, sembra possa sposare il progetto dell'attuale vicesindaco.

Intanto in città c'è anche chi si dice pronto a scommettere che lo scenario, da oggi alla data delle elezioni, muterà ancora. Almeno fino alla presentazione definitiva dei nomi che comporranno le liste.

Mattia Pastorino

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