Dopo l’alluvione che ha colpito duramente la piana di Albenga il 5 settembre, l’agricoltura ligure si trova ad affrontare una delle peggiori crisi degli ultimi anni. Il dottor Antonio Ciotta, direttore di Coldiretti Savona, lancia un appello alle istituzioni per ottenere interventi rapidi e finanziamenti immediati, affinché le aziende agricole colpite possano rialzarsi.
"Questa è un’emergenza vera e propria. Senza un pronto intervento, non ne usciremo bene" spiega il dottor Ciotta. "L’alluvione del 5 settembre è persino più grave di quella del 2014. Abbiamo un settore vitale per l’economia agricola ligure, fondamentale per l’area ingauna, completamente in ginocchio. Come Coldiretti, contiamo un centinaio di aziende colpite, con una stima di danni intorno ai 25 milioni di euro. Ma considerando anche le imprese non associate, questa cifra potrebbe superare i 200 casi di aziende danneggiate".
Ciotta sottolinea l’urgenza dei finanziamenti: "Spero che dal tavolo verde di oggi ad Albenga si pongano le basi per ottenere risorse immediate. Senza fondi veloci e adeguati, queste aziende non avranno la forza di riprendersi autonomamente. Molte di loro hanno perso il 100% della produzione e subito danni strutturali enormi: l’acqua ha distrutto impianti d’irrigazione, teli e serre. Alcune imprese contano danni fino a 400mila euro".
Oltre alla questione economica, il direttore di Coldiretti si concentra sulla sicurezza del territorio: "Non possiamo pensare di far reinvestire queste imprese senza prima mettere in sicurezza il territorio. Fino a quando non ci sarà un adeguato piano di protezione idraulica, come possiamo convincere le aziende a non vivere nel terrore che una situazione simile si ripeta?"
L’aspetto occupazionale è un’altra preoccupazione cruciale: "Queste imprese hanno dipendenti. Se non ci sono le condizioni per riprendersi, molte di loro chiuderanno e sarà un dramma anche dal punto di vista occupazionale. La stagione è fortemente compromessa e ci vorranno almeno dieci mesi per tornare alla normalità, ma solo se ci saranno i finanziamenti necessari".
Ciotta poi critica duramente l’idea che il cambiamento climatico sia l’unica causa del disastro: "Non possiamo più accettare che si dia la colpa solo al cambiamento climatico. Questa non è stata una bomba d’acqua, ma quattro ore di pioggia torrenziale. Laddove il territorio è stato manutenuto adeguatamente, i danni sono stati leggeri. Ma nelle zone trascurate, con rii pieni di vegetazione e detriti, si sono verificati i disastri".
"La prova è che i problemi si sono verificati in una zona ben circoscritta. In altre parti della piana non ci sono stati gli stessi danni. Se si fosse gestito meglio il territorio, con una pulizia costante dei rii, probabilmente i danni sarebbero stati molto più contenuti. L’acqua è pericolosa, ma con la giusta manutenzione, si possono limitare le conseguenze".
Conclude con un grido d’allarme: "Non possiamo continuare a ignorare le vere cause di ciò che sta accadendo. Se non agiamo subito, lasceremo gli imprenditori con una sola domanda: ‘quando sarà il prossimo evento catastrofico?’. Non saremo in grado di evitarlo. Ci vuole una svolta decisiva".
L’appello di Coldiretti è chiaro: servono interventi rapidi e concreti, sia per il sostegno economico che per la sicurezza del territorio, altrimenti sarà difficile evitare ulteriori tragedie in futuro.