Anche se al momento la Liguria non risulta direttamente coinvolta, il virus West Nile è tornato a diffondersi con una certa intensità in diverse aree del Paese. Lo conferma l’ultimo bollettino settimanale della Sorveglianza integrata nazionale, pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità, che ha ripreso la diffusione regolare dei dati relativi alla circolazione del virus nella stagione estivo-autunnale.
Il quadro delineato dalla sorveglianza veterinaria nazionale mostra la presenza del virus in otto regioni: Veneto, Piemonte, Sardegna, Emilia-Romagna, Puglia, Abruzzo, Lazio e Lombardia. Le analisi molecolari hanno confermato la presenza del West Nile Virus. Tra gli equidi sono stati rilevati due focolai, uno in Puglia e uno nel Lazio, mentre in Sardegna ed Emilia-Romagna il virus è stato isolato in sette uccelli stanziali appartenenti a specie bersaglio come gazze, cornacchie grigie e ghiandaie. In Abruzzo e Campania è stata confermata la positività in due uccelli selvatici. Inoltre, in Sardegna, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Lazio e Piemonte sono stati individuati quindici pool di zanzare infette, a dimostrazione di una diffusione piuttosto ampia. Va invece segnalato che, finora, negli allevamenti avicoli non è emersa alcuna positività.
Per quanto riguarda i casi umani, la situazione è in costante aggiornamento. Alla data del 23 luglio, l’Istituto Superiore di Sanità segnala 32 infezioni confermate da West Nile Virus dall’inizio dell’anno, un numero più che doppio rispetto ai 13 casi registrati nello stesso periodo del 2024. Particolarmente colpita è la provincia di Latina, dove sono stati segnalati 21 casi, di cui ben 15 con manifestazioni neuro-invasive. Si tratta di forme gravi dell’infezione che possono comportare conseguenze anche permanenti. Sempre a Latina è stato registrato anche il primo decesso della stagione. Degli altri casi, sei presentano sintomi febbrili (quattro a Latina, uno a Rovigo e uno a Padova), due sono sintomatici non gravi e uno è stato rilevato grazie ai controlli sui donatori di sangue, pur essendo asintomatico.
Gli esperti sottolineano l’importanza del monitoraggio delle zanzare come strumento di prevenzione e controllo, in particolare per tutelare la sicurezza di trasfusioni e trapianti. Il periodo di attività delle zanzare, fra l'altro, può estendersi fino alla fine di ottobre, soprattutto se le temperature rimangono elevate. Il caldo, infatti, accelera il ciclo vitale degli insetti, favorendone la proliferazione.
Al momento, la Liguria non presenta casi né tra gli animali né tra la popolazione umana, ma la sua posizione geografica, confinante con alcune delle regioni coinvolte, impone prudenza. Le autorità sanitarie regionali raccomandano di attuare misure di prevenzione, in particolare proteggendosi dalle punture di zanzara. Va ricordato che il virus non è trasmesso dalla più nota zanzara tigre, bensì dalla zanzara comune notturna (Culex pipiens), attiva dal tramonto all’alba. Il virus colpisce principalmente gli uccelli, che costituiscono il suo serbatoio naturale, ma può infettare accidentalmente anche cavalli e uomini. La trasmissione tra esseri umani non avviene, se non in rarissimi casi attraverso trasfusioni, trapianti o da madre a feto.
I sintomi dell’infezione da West Nile sono assenti nell’80% dei casi. Quando presenti, possono variare molto in base all’età e alla condizione generale di salute. Nei bambini si manifesta spesso con una febbre lieve, nei giovani con sintomi più marcati come mal di testa e dolori muscolari, mentre negli anziani o nelle persone immunodepresse può evolvere in forme gravi, con disturbi neurologici, convulsioni, paralisi e in rari casi anche coma. Solo una piccola percentuale delle persone infette sviluppa complicazioni gravi.
A lanciare un ulteriore appello è Anna Teresa Palamara, responsabile del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità. Secondo Palamara, è fondamentale che i cittadini si proteggano dalle punture e che i medici prestino particolare attenzione ai sintomi sospetti, soprattutto nei pazienti fragili. La sorveglianza messa in campo da Ministero della Salute, ISS e Regioni – assicura – è collaudata ed efficace, e comprende anche protocolli per la sicurezza di trasfusioni e trapianti. Palamara ricorda inoltre che la malattia non si trasmette da persona a persona e invita chi presenta sintomi come febbre alta ed eruzioni cutanee a consultare il proprio medico.
Accanto al West Nile, l’aggiornamento dell’ISS include anche i dati relativi ad altre arbovirosi. Dall’inizio dell’anno, in Italia sono stati confermati 83 casi di Dengue, 82 dei quali importati da viaggi all’estero e uno autoctono. La metà circa dei pazienti è di sesso maschile, con un’età mediana di 42 anni. Nessun decesso è stato segnalato. Anche la Chikungunya ha fatto registrare 51 casi, di cui uno solo autoctono. La sorveglianza nazionale, che per queste due patologie passa da oggi a cadenza settimanale, conferma la necessità di un controllo continuo del territorio.
La stagione estiva 2025 si attesta dunque come una fase delicata per la salute pubblica. Sebbene il sistema di sorveglianza si dimostri efficace e ben strutturato, è attraverso la responsabilità condivisa tra istituzioni, medici e cittadini che si potrà contenere la diffusione del West Nile Virus e delle altre infezioni trasmesse da vettori. La Liguria, per ora, resta fuori dall’ondata, ma la soglia di attenzione deve rimanere alta.














