Entusiastico apprezzamento del Partito Animalista Italiano (PAI) e dell’Osservatorio Savonese Animalista (OSA) per "l’encomiabile attività della Capitaneria di Porto, che a Vado Ligure ha sequestrato ben 250 metri lineari di nasse, dopo i 300 sequestrati pochi giorni fa, sempre nelle acque del mar Ligure".
"La Guardia Costiera, insieme alla Polmare, ai Carabinieri e alla Guardia di Finanza, rappresenta oggi uno dei pochi baluardi a difesa del nostro mare, contrastando il costante depauperamento delle risorse ittiche, causato non solo da una pesca professionale spesso aggressiva, ma anche da una pesca “sportiva” troppo spesso rapace, e da un bracconaggio sommerso molto più diffuso di quanto si voglia ammettere - fanno sapere le associazioni in una nota - OSA e PAI ricordano che le nasse, al pari dei parangali, sono attrezzi di pesca professionale che una legge ormai antiquata continua incredibilmente a consentire anche ai dilettanti. Questi strumenti dovrebbero essere invece tassativamente vietati ai non professionisti, riducendo contestualmente anche il limite giornaliero delle catture, oggi fissato a cinque chili, almeno all’interno del cosiddetto “Santuario dei Cetacei Pelagos”, che di “santuario” ha solo il nome e nulla della reale tutela degli animali marini".
"È tempo di agire con decisione - si legge ancora nella nota - le istituzioni non possono più voltarsi dall’altra parte. La protezione del mare e dei suoi abitanti deve diventare una priorità assoluta, perché senza un intervento deciso e immediato il nostro Mediterraneo rischia di trasformarsi in un deserto d’acqua".















