Dopo 35 anni di attività, il dottor Marco Ghini ha deciso di interrompere il suo rapporto con l’Asl: non sarà più il medico di base di tanti albenganesi, ma non lascerà del tutto la professione. “Non vado in pensione, non ho ancora l’età – chiarisce –. Avrei dovuto attendere ancora parecchi anni, ma smetto le convenzioni. Continuo come libero professionista al Poliambulatorio Cast di Albenga”.
Una decisione difficile, maturata dopo una vita spesa accanto ai pazienti. Ghini racconta di aver ereditato la passione dal padre, anche lui medico di famiglia: “Allora il lavoro era molto diverso. A volte lo accompagnavo nelle visite a domicilio e in cambio delle cure ci davano frutta, verdura, polli o conigli, a volte anche vivi! È stato un periodo bellissimo della mia vita e mi sono appassionato alla professione di medico, così come la svolgeva mio padre».
Ghini ha conseguito anche una specializzazione in medicina del lavoro, dedicandosi in particolare ad allergologia e patologie respiratorie: un impegno che continuerà a portare avanti come libero professionista. “Per ora visiterò al Cast – spiega -, ma diversi studi medici mi stanno già contattando per collaborazioni. Vedremo. E poi ho la grande passione per la musica da portare avanti: oltre all’attività con i gruppi, quest’anno ho anche pubblicato per la prima volta un album solo mio, “Mi faccio di vita”, inciso su vinile. Ho scritto molti brani e vorrei continuare anche a esibirmi, mi dà soddisfazione. Quindi, all’attività medica, vorrei dedicare più tempo a questa mia passione”.
In questi giorni, Ghini sta vivendo con emozione l’affetto dei pazienti. “Mi abbracciano, talvolta piangiamo insieme. Dopo tanti anni, è difficile, ma era giunto il momento di dare una svolta alla mia vita”. Una scelta che porta con sé anche una riflessione sul cambiamento della professione: “La medicina di base non è più quella di una volta. Mio papà si preoccupava di curare, fare diagnosi e magari contattare direttamente gli specialisti. Oggi c’è tanta burocrazia, è tutto più complesso. Mi spiace ‘tradire’ in qualche modo mio padre, perché sicuramente avrebbe avuto piacere che continuassi fino alla vera pensione, ma ho deciso di interrompere le convenzioni. Il 26 settembre si chiude un ciclo. Penso che in questo momento sia la scelta giusta per me”.
Di questi anni, Ghini conserverà molti ricordi. Uno in particolare: “Non dimenticherò mai di quando due sorelle hanno potuto riabbracciare il loro papà malato, dopo anni di silenzi e rancori. Hanno potuto rivedersi prima che fosse troppo tardi. Ho dato il mio contributo e in quel momento non ho fatto il medico, ho agito come uomo. È stato come tornare alla medicina di mio padre, dove l’aspetto umano era fondamentale”.
E uno sguardo al futuro non può che passare anche attraverso la famiglia: “Sono felice che una delle mie due figlie, Carolina, stia seguendo le mie orme, quelle del nonno e dello zio. Studia medicina in lingua al San Raffaele e questo mi riempie d’orgoglio”.














