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Attualità | 05 ottobre 2025, 08:15

Spostamento a monte della ferrovia tra Finale e Andora, Carrara dopo la conferenza a Pietra Ligure: "Una montagna che partorisce un topolino"

Nella sede dell’associazione Pietra Libera riunite tutte le voci critiche nei confronti del progetto

Spostamento a monte della ferrovia tra Finale e Andora, Carrara dopo la conferenza a Pietra Ligure: "Una montagna che partorisce un topolino"

Un’analisi tecnica e politica che rimette in discussione uno dei grandi temi del Ponente ligure: il raddoppio e lo spostamento a monte della linea ferroviaria tra Finale Ligure e Andora. A sollevare dubbi e critiche è Mario Carrara, consigliere di minoranza a Pietra Ligure, intervenuto dopo la conferenza pubblica organizzata dall’associazione Pietra Libera: un evento che ha riunito tutte le voci critiche nei confronti del progetto.

“Sono almeno 40 anni che nel Ponente della Liguria, in cui non si fanno nuove infrastrutture dai tempi dell’autostrada dei fiori, si parla di raddoppiare, spostandolo a monte e completandolo, il tracciato della linea ferroviaria Genova-Ventimiglia”, ha ricordato Carrara. Il consigliere ha poi ricordato come, nonostante decenni di annunci, le promesse si siano trasformate in “frustrazione” e in un’idea considerata ormai inevitabile: “Lo spostamento a monte sia da farsi a qualsiasi costo, costi quello che costi”.

Durante la conferenza, l’ingegner Paolo Forzano ha illustrato le ricadute dell’opera, definite da Carrara senza mezzi termini: “Esse si riassumono in una parola: devastazione. O meglio: completamento della devastazione del servizio ferroviario, iniziato con i trasferimenti a monte della linea già attuati”. Il progetto, infatti, comporterebbe “la soppressione di stazioni e l’ubicazione delle nuove in posizioni lontane dai centri abitati, in aperta campagna o sottoterra”: diretta conseguenza sarebbe quindi il crollo della domanda da parte dei pendolari.

“Concetti ribaditi ed arricchiti anche dagli interventi di Davide Michelini e Franco Stalla del Comitato territoriale dell'Albenganese, e da Fabrizio Marabello – ha osservato Carrara – i quali hanno rimarcato come lo stravolgimento dell'assetto agricolo produttivo e lavorativo della piana albenganese, con la perdita di una quantità enorme di terreni agricoli, non solo non sia compensato da effettivi benefici di ritorno, bensì dalla realizzazione di infrastrutture come la nuova stazione di Bastia, che, pur essendo punto di arrivo e partenza di ogni tipo di treno, si troverà ad essere così decentrata da Albenga da risultare poco attraente per l'utenza, sia quella delle lunghe percorrenze che quella sulle distanze più ravvicinate, specie dei lavoratori e studenti pendolari”.

Il nodo centrale resta quello economico: “Il costo dell’operazione di spostamento a monte e raddoppio della linea F.S. da Finale ad Andora costerebbe sui tre miliardi di euro”, ha affermato Carrara, sottolineando che l’unico tratto ancora a binario unico è quello tra Finale e Loano, lungo 9,1 km. “È ragionevole pensare che il costo totale di un raddoppio in sede non supererebbe i 300/400 milioni di euro”, ha aggiunto.

“Tutto l’Ambaradan dello spostamento a monte comporterebbe un risparmio in termini di percorrenza, rispetto a quello attuale, di ben… 12 minuti! Una montagna che partorisce un topolino”, ha commentato il consigliere di minoranza pietrese.

Carrara ha ricordato inoltre come esperienze del Levante ligure dimostrino la coesistenza tra treni veloci e servizio metropolitano, mentre nel Ponente si corra il rischio di “un impoverimento del servizio” con la perdita di collegamenti locali essenziali.

“A chi giova allora lo spostamento a monte? Non migliora ma peggiora, se non desertifica, il servizio ferroviario della riviera. Per non dire dei suoi costi strabilianti, che ovviamente paghiamo tutti noi. L’unico evidente vantaggio sarebbe una rivalutazione delle quotazioni immobiliari degli immobili, case e terreni, a fianco dell’attuale linea ferroviaria, una volta liberata dai binari. Un altro vantaggio sarebbe per le ditte edili che farebbero i lavori miliardari. Un altro ancora è rappresentato dalla disponibilità delle aree dell'attuale tracciato ferroviario per farci qualcosa”.

Il consigliere non ha risparmiato critiche all’idea di destinare l’attuale linea a una pista ciclabile: “In una zona come la nostra, dove la viabilità veicolare quotidiana è catastrofica, puntare tutto sulla pista ciclabile sembra non solo senza senso, ma addirittura demenziale”.

“Se proprio si dovesse giungere a spostare a monte la linea ferroviaria, il vecchio tracciato potrebbe essere destinato ad una tramvia di collegamento metropolitano tra le nostre località, oppure trasformato in tratti di carreggiata veicolare, di supporto al transito sulla statale, visto che di Aurelia bis nemmeno se ne parla. Ma se si raddoppiasse l'attuale linea nell'attuale sede, non sarebbe meglio dirottare i 3 miliardi di euro verso la costruzione dell'autostrada Albenga-Garessio-Ceva? Oppure per fare la Carcare-Predosa, bretella tra l'autostrada per Torino e quella sulla Voltri-Alessandria? Opere di cui si parla solo ogni 5 anni in occasione delle campagne elettorali regionali, per poi cadere nel dimenticatoio”.

“E non potrebbe essere presa in considerazione l'interessante proposta, tutt'altro che inattuabile, presentata da Gian Luigi Taboga di Assoutenti che, sulla scorta di consulenze di ingegneri della Norvegia, dove sono all'ordine del giorno i tunnel sottomarini, prospetta l'ipotesi di interrare l'attuale linea ferroviaria, in tutto o in parte, per recuperare gli spazi di superficie, eliminare i passaggi a livello, ma salvaguardando tutte le attuali stazioni, che potrebbero continuare ad esercitare pienamente il loro servizio?”.

In conclusione, Carrara ha ammesso che lui stesso era entrato alla conferenza convinto della necessità dello spostamento a monte. Ma oggi il parere è ben diverso: “Ne siamo usciti convinti che lo spostamento a monte della linea ferroviaria non sia l’unica soluzione possibile, ma forse altre sono migliori, più convenienti, più realisticamente fattibili”.

Redazione

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