"La storia infinita dello spostamento a monte della ferrovia ad Albenga ha registrato un nuovo e tragico episodio. In pochi e “compatibili” consiglieri comunali (7-8 elementi su 17) hanno votato le osservazioni proposte dall’amministrazione. Fantastiche e roboanti opere pubbliche, in barba al servizio di trasporto e alle centinaia di famiglie a cui verranno sottratte casa e attività, con la conseguente devastazione dell’ambiente".
Ad affermarlo è il Comitato Territoriale, che aggiunge: "Regna il caos in piana, il nulla avanza. Nessuna condivisione, nessuna informazione: se vuoi sapere se la tua casa sarà demolita, il Comune ti invita a contattare gli uffici Italfer di Genova. Un atteggiamento superficiale e irrispettoso verso i cittadini, i quali chiedono che siano resi accessibili almeno alcuni stralci della cartografia e l’elenco degli espropri".
"Sollecitati da numerose segnalazioni, abbiamo provveduto a organizzare un incontro tecnico rivolto ai soggetti interessati, durante il quale la partecipazione dell’autorevole avvocato genovese Mauro Vallerga ha permesso agli oltre centocinquanta presenti di comprendere quali azioni intraprendere. Non solo: il nostro sito (www.comitatoterritriale.it) ha pubblicato e reso disponibili alla consultazione gli stralci cartografici del tracciato e l’elenco dei soggetti espropriati".
"Ci vogliono convincere che, una volta terminato lo spostamento, ci saranno più treni. Peccato che, nonostante il doppio binario, la capacità di accogliere convogli nel Ponente sia diminuita a causa della riduzione dei binari di ricevimento nelle nuove stazioni a monte. Un disagio che aumenterà con il nuovo tracciato, che prevede il dimezzamento del numero di binari nella stazione di Albenga. Lo slogan: 'Due binari, 120 convogli, merci su rotaia'. La realtà: anche con il singolo binario, negli anni Novanta la quantità di convogli aveva già raggiunto questo obiettivo. Nessuna merce viaggerà su rotaia, perché nel progetto non sono previsti scali merci né tantomeno intermodalità (camion su treno). Il silenzio assordante avvolge questa faraonica opera. Noi ci proviamo a fare un po’ di rumore", concludono.














