Da quanto garantito dal presidente della Regione Marco Bucci, con la riforma sanitaria i cittadini avranno più servizi e dalla centralizzazione della parte gestionale amministrativa ne scaturiranno risorse per una sanità che non deve essere fatta solo di cura ma anche di prevenzione.
Una riforma che però non convince le organizzazioni sindacali e le opposizioni in Regione (che martedì hanno presentato una loro contro proposta) . Se nella platea Asl di ieri, 19 novembre, da parte dei medici c'è stato solo un accenno alla carenza degli organici, in particolare nei pronto soccorso e nell'anestesia e rianimazione, oltre al Pronto soccorso del Santa Corona, la bordata arriva dai sindacati.
"Per questa riforma ci sono precedenti, e mi riferisco al Gaslini diffuso – spiega Massimo Scaletta di Fp Cgil - che hanno dimostrato che l'allargamento non è stato migliorativo. Mancano le risorse, ma nella presentazione di questa riforma non ci sono dati, non ci sono investimenti nè un accenno al personale e, soprattutto, non c'è una prova scientifica che una grande azienda a questo livello sia migliorativa".
C'è poi l'esempio di altre regioni, come Sardegna e Marche, che non ne hanno tratto beneficio e che stanno cercando di tornare indietro. “Credo sia fondamentale la gestione del personale – afferma Scaletta - e c'è il problema della carenza di infermieri. Potrebbe essere fondamentale fare sinergia di risorse ma una mega Asl da Sarzana a Ventimiglia sarebbe di difficile gestione. La sanità a Imperia, non è come a La Spezia".
Diverse le questioni poste da Giovanni Oliveri di Cisl Fp. "Vediamo il rischio di decisioni spostate dal territorio al centro – dichiara - che rischiano di diminuire la capacità di risposta e di aumentare i tempi di decisione e di risposta. E' una riforma sulla fiducia; è stato presentato un nuovo assetto che non conosciamo in tutti i suoi fattori; ad esempio il Piano organizzativo aziendale che rischia di compromettere le opportunità di carriera che il personale ha attualmente. Una riforma sulla fiducia e per la quale i trascorsi non ci tranquillizzano affatto: un esempio sono gli accorpamenti vissuti fino ad ora, vedi l'aziendalizzazione del Santa Corona o i concorsi unificati come quello degli Oss durato tre anni. Non sappiamo come verrà gestita la transizione dall'avvio alla realizzazione piena della riforma". Cisl Fp ha chiesto che venga fatto un accordo che tuteli il personale amministrativo che verrà toccato dalla centralizzazione e chiede che rimanga sul territorio e ha chiesto che i fondi per il comparto vengano aumentati. "Prima di una centralizzazione simile – conclude Oliveri – si poteva pensare ad agire per step, creando prima Asl di area vasta".
Il tema delle comunità locali escluse dai processi decisionali è uno dei temi di discussione, posto da Luisa Magnone, delega Rsu Sanità del Cub, oltre ai dubbi sulla riforma, "pensata nel segreto" della stanze della Regione. "Dal punto di vista concreto noi in Asl2 abbiamo un'esperienza negativa – dice Magnone – dove abbiamo potuto constatare come, ai processi di riorganizzazione che hanno di fatto allontanato i decisori dalle comunità locali siano seguitil 'impoverimento delle risorse impegnate e dei servizi forniti. Porto l'esempio della Val Bormida dove tale processo in breve ha comportato l'eliminazione di molti servizi come l'ospedale il pronto soccorso, il Sert e molti altri. Per non parlare della mancata prevenzione".
Contro questa riforma le opposizioni in Regione hanno fatto una proposta alternativa.
"La presentazione di quella che Bucci definisce una riforma epocale – dichiara Roberto Arboscello, consigliere regionale del Pd - sembra invece essere una riforma confusa e pasticciata. Ancora una volta una presentazione priva di contenuti, di numeri, di concretezza e senza alcun accenno all'operatività. Unica nota positiva emersa è la bontà del lavoro messo in campo nell'Asl2, i risultati raggiunti e le eccellenze che il territorio savonese esprime. Pensare che la riforma con la cancellazione delle Asl compresa la 2 possa tutto a un tratto compromettere tutto il lavoro fatto nel tempo lascia ancora più un senso di amarezza. Accentrare non serve a nulla e depotenzierà le province, anche quelle virtuose come quella savonese".















