Il rinvio dell’entrata in vigore del Regolamento europeo sulla Deforestazione, approvato ieri dal Parlamento UE, va nella direzione auspicata da Coldiretti e Filiera Italia, che da tempo ne evidenziano le criticità e l’impatto potenzialmente distorsivo sul mercato interno e sugli scambi commerciali. Una misura, nella sua formulazione originaria, che rischiava di penalizzare agricoltori, allevatori e silvicoltori europei senza contribuire in modo efficace agli obiettivi ambientali.
“L’eccessivo carico burocratico e le incertezze operative avrebbero reso la norma, così com’era, di fatto inapplicabile”, sottolineano il presidente di Coldiretti SavonaMarcello Grenna e il Direttore Antonio Ciotta, “mettendo ulteriormente in difficoltà le imprese agricole e forestali che già oggi devono confrontarsi con una mole crescente di adempimenti. È necessario ora sfruttare questo rinvio per arrivare a una vera semplificazione”.
Coldiretti Savona evidenzia come l’introduzione di una categoria a “rischio zero” per Paesi con elevati standard ambientali e tracciabilità, come l’Italia, sia un passaggio imprescindibile. Allo stesso tempo, è indispensabile una classificazione più rigorosa di realtà ad alto impatto ambientale come il Brasile, oggi considerato a “rischio standard”, una scelta che rischia di indebolire il principio di reciprocità e gli stessi obiettivi di sostenibilità dell’Unione, già al centro di controversie internazionali come quelle legate ai negoziati Mercosur.
“Per la Liguria questa revisione è fondamentale”, aggiungono, “perché il nostro territorio, con un indice di boscosità del 74% rispetto al 36% della media nazionale, e con la provincia di Savona come area più boscata, vive quotidianamente la complessità della gestione forestale. Le necessità del comparto selvicolturale sono immense e in continua evoluzione: servono strumenti normativi chiari, proporzionati e realmente applicabili”.
La gestione dei boschi in Liguria non è solo un tema economico: è un presidio essenziale per la sicurezza del territorio, il controllo del dissesto idrogeologico e il recupero delle aree forestali abbandonate.
“Per questo”, concludono Grenna e Ciotta, “la revisione del regolamento deve mettere al centro la sostenibilità vera: quella che si costruisce con norme chiare, praticabili e rispettose del lavoro delle imprese che ogni giorno presidiano e curano il territorio”.













