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Attualità | 19 maggio 2016, 17:00

Dal Campus una proposta al futuro sindaco: "A Savona un museo multimediale sulla civiltà industriale unico in Italia"

Ecco come recuperare il passato industriale secondo il Laboratorio Audiovisivi Buster Keaton del Corso di Scienze della Comunicazione

Dal Campus una proposta al futuro sindaco: "A Savona un museo multimediale sulla civiltà industriale unico in Italia"

Un museo multimediale sulla civiltà industriale unico in Italia. Questa la proposta che proviene dal Campus Universitario di Savona, in particolare dal Laboratorio Audiovisivi Buster Keaton del Corso di Scienze della Comunicazione, rivolta al futuro sindaco della città.

L’idea nasce dal Laboratorio Buster Keaton, a presentare il progetto il responsabile Diego Scarponi: “Bisogna creare a Savona un polo di attrazione, unico nel suo genere, capace di portare turisti da ogni parte d’Italia. Abbiamo in mente un museo multimediale sulla civiltà industriale. L’obiettivo e la funzione primaria è il recupero del passato: traverso immagini, video, pannelli multimediali si potrà ricostruire lo scenario industriale locale e nazionale. Tante industrie ha perso Savona, come l’Ilva nell’area portuale, e fare un’azione di recupero della memoria sarebbe una cosa unica. Abbiamo un progetto che proponiamo ai candidati a sindaco per la città, in particola re a quello che sarà il futuro primo cittadino”.

Il progetto parte dall’idea di città, spiega Scarponi: “Savona, con il suo centro urbano affacciato sul mare, è una tra le numerose città italiane che hanno fondato la propria identità sul lavoro industriale. A livello nazionale è tra quelle che più sono state caratterizzate dalla presenza degli opifici, dagli operai e dal lavoro di massa sul proprio tessuto urbano. A partire dall’ultimo ventennio dell’Ottocento fino a metà degli Settanta del Novecento, Savona ha tratto dagli insediamenti industriali carattere sociale, culturale e politico. Lo smantellamento del tessuto industriale, caratterizzato da produzioni siderurgiche e metalmeccaniche (ILVA poi Italsider, Balbontin, Viglienzoni, Tecnomasio, Magrini, Piaggio, ecc.) e dal lavoro portuale, ha reso, a tutt’ora incerto, il profilo della città e della provincia. Un elemento di riqualificazione della città è stato individuato nella potenzialità di una vocazione turistica ancora  in gran parte da definire e da valorizzare. La storia industriale rappresenta un patrimonio culturale immenso a cui attingere per avviare iniziative che colleghino il recupero della memoria materiale e immateriale del passato al presente e ne facciano una risorsa per la città. Non si tratta solo di far emergere, in modo occasionale e spesso agiografico, figure significative e momenti della storia industriale della città, quanto, piuttosto, di documentare un percorso di sviluppo industriale nelle sue tappe fondamentali e nella varietà e complessità dei protagonisti: l’impresa, il lavoro, le politiche industriali, la storia del movimento operaio. È necessario interrompere l’operazione di rimozione e monumentalizzazione strumentale del recente passato, in cui si oscilla in modo schizofrenico tra il rifiuto e la mitizzazione delle industrie, delle officine e degli operai, e che abbia inizio una lettura critica e analitica del secolo appena trascorso per conoscere, in maniera condivisa, il percorso di sviluppo della città, tra espansione e contrazione, crescita e stagnazione. Savona può rappresentare in modo esemplare - anche su un piano nazionale - la traiettoria italiana della costituzione dell'industria e della sua (relativamente recente) scomparsa. Solo così Savona potrà riconoscersi e immaginare un futuro condiviso”.

Qual è la proposta? “Crediamo sia importante trovare un elemento unificante, un minimo comune denominatore che sappia coinvolgere e stimolare la cittadinanza e un ampio ventaglio di soggetti istituzionali. Questa funzione è per noi individuabile nel rendere visibile e fruibile a livelli diversi (culturale, di studio, come risorsa per il turismo) il passato industriale del nostro territorio. Agli occhi di chi questa città abita e agli occhi di chi, dall'esterno, giunga a conoscerlo. Queste riflessioni e queste necessità prendono forma nella proposta di allestimento di un Museo della civiltà industriale, che sia uno strumento di richiamo, di ricerca e cultura, una eccellenza in grado di attirare visitatori, studenti, ricercatori. Il nostro progetto di Museo si propone di valorizzare le due anime della città (il recente passato industriale e l’attuale vocazione turistica) attraverso la creazione di uno spazio espositivo permanente realizzabile, per esempio, all’interno del complesso architettonico del Priamàr – che sia strutturato a ricevere un flusso costante di visitatori occasionali e specializzati”.

Ma come potrà essere il museo? “Il Museo si ipotizza complesso e stratificato, progettato attraverso un bando internazionale, che sappia coniugare, attraverso un allestimento permanente basato su una esposizione tradizionale combinata con una sezione a forte matrice multimediale, interattiva ed immersive, lo spirito di questo territorio con quello di un'epoca, il '900, caratterizzata dal lavoro industriale di massa. Il percorso che abbiamo intrapreso in questi anni con il Laboratorio Audiovisivi Buster Keaton e il Corso di Scienze della Comunicazione dell'Università di Genova presso il Campus Universitario di Savona - basato sulla costituzione di un archivio audiovisivo della memoria orale del lavoro (che sta per essere riconosciuto archivio di interesse culturale dalla Soprintendenza dei Beni Culturali e quindi dal Ministero dei Beni Culturali MIBAC) si situa in questo linea, non ancora esaurita, ma espandibile in nuovi fronti, di recupero di una memoria condivisa, vitale e collettiva: capace di interagire e dialogare con il passato e con le nuove generazioni. Immaginiamo un Museo capace di descrivere il lavoro industriale in ogni sua sfaccettatura (dal punto di vista della sfida tecnologica a quello dei conflitti sociali a quello legato agli spazi e alle differenti modalità del lavoro) a Savona, nella sua provincia e in tutta Italia (a partire dal triangolo industriale Milano - Torino - Genova). Congiunta all'esposizione permanente si immagina una sezione temporanea, un ambito in cui far confluire le innumerevoli esperienze del lavoro industriale italiano, sotto innumerevoli punti di vista: tante quante sono le possibilità che un tema così ampio può proporre, dalla fotografia  al cinema alle arti plastiche ad altro ancora. In ultimo, ma non per importanza, il Museo si immagina affiancato da un Dipartimento Educativo fondamentale nel dare una esplicita fisionomia in progress al Museo e alla proposta complessiva dello spazio espositivo. Il Dipartimento, interno al Museo, e strutturato in laboratori formativi, ludici, dialogici ed educativi, avrà l'obiettivo di avvicinare il pubblico più giovane alla storia del lavoro industriale e della civiltà che gli ha dato vita e forma, attraverso una pluralità di strumenti e media (primo fra tutti: l'audiovisivo), proponendosi come spazio attivo di educazione e di confronto, in grado di mettere in relazione l'identità individuale e contemporanea in rapporto con la memoria collettiva”.

Debora Geido

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