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Savona | 07 dicembre 2016, 17:00

La "più bella del mondo" è anche invecchiata

La "più bella del mondo" è anche invecchiata

L'hanno definita una vittoria schiacciante. In realtà il "no" al referendum costituzionale può dirsi una scoppola, come sarebbe giusto definire un risultato 60-40. Il quesito è stato caricato di significati politici, dallo stesso Renzi, anche se in ballo c'era molto di più: il principio fondante della democrazia. Quello secondo cui è il popolo a delegare i propri rappresentanti, non i partiti. L'affluenza invece (in provincia di Savona oltre il 70%) è il vero dato dirimente, perché è quello della mobilitazione, del disgusto, dell'insofferenza e dell'esasperazione.

Chi ha votato "sì" non è stato un comparto di quattro gatti, come si vorrebbe far credere. Ma il "no" ha vinto per la sua carica di rabbia, e per questo è subito apparso come dirompente, al di là della conta delle croci. E' stata la deflagrazione di un umore idrofobo. Con buona pace di Zagrebelsky e dei tanti che hanno cercato di spiegare la ragioni giuridiche e morali della faccenda, è la pancia che ha mosso la matita sulla scheda, non l'intelletto.

Agli italiani non è piaciuta l'idea di un senato claudicante, pallida riforma di un apparato pachidermico. Che abbiano votato in massa per difendere la Costituzione, però, è cosa dubbia. Perché è nella stessa carta costituzionale italiana - che qualcuno vorrebbe far passare come "la più bella del mondo" - il principio che permette di trasformare in presidente del consiglio un cittadino che non abbia carica istituzionale e non sia parlamentare. Renzi come Monti o come Ciampi o come altri.

Chi in passato aveva fatto sproloqui sull'elezione diretta del premier, poi nella pratica non ha ma proposto niente di concreto (si veda il cosiddetto Porcellum). Spetta sempre al Capo dello Stato la prerogativa di nominare il presidente del consiglio dei ministri. Quella stessa Costituzione super elogiata lo dice all'articolo 92. E chiaramente può essere scelto senza considerare se sia persona eletta o meno dalla gente.

I padri costituenti temevano che la demagogia consentisse a qualche dittatore-populista di prendere il timone. La democrazia aveva portato il fascismo al potere, e appunto i costituenti volevano evitare la iattura ai propri discendenti. La loro cautela è scritta nero su bianco sulla nostra Costituzione. Per ironia della sorte, ora i populismi pericolosi rischiano di occupare le stanze dei bottoni perché la situazione si è invertita: il popolo si è alfabetizzato, mentre la classe politica si è rimbambita. 

Eppure la nomina di un presidente del consiglio resta un fatto di palazzo, di élite, di giochi di interessi all'insaputa dell'elettorato. Tutto questo è anacronistico, come lo è la sopravvivenza di un senato. Il vero coraggio non è difendere qualcosa che si è inceppato, ma sta nell'ideare soluzioni adatte all'oggi, a partire dal monocameralismo e dalla rimozione dell'altrettanto anacronistico vincolo di mandato.

Felix Lammardo

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