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Attualità | 19 aprile 2017, 08:27

Savona, Roberto Nicolick chiede al sindaco Ilaria Caprioglio di onorare in Consiglio la memoria di Giuseppina Ghersi

"Le chiedo al prossimo Consiglio, in modo gentile, di spendere pochissime parole su questa adolescente, solo per ricordare che per tredici anni le sue scarpette calpestarono le strade di questa città"

Savona, Roberto Nicolick chiede al sindaco Ilaria Caprioglio di onorare in Consiglio la memoria di Giuseppina Ghersi

"Pochissimi giorni fa ho visto un suo intervento in TV sulle tematiche dei disturbi alimentari. Ho apprezzato la sua sensibilità, unita ad una grande umanità nel comprendere la sofferenza con compassione e disponibilità. I suoi occhi manifestavano questi nobili sentimenti. Le scrivo per chiederle un analogo gesto verso la memoria, attualmente non condivisa e anzi spesso negata, di una nostra concittadina di 13 anni, Giuseppina Ghersi, un tempo residente in via Donizetti , già ia Tallone, nel popoloso quartiere delle Fornaci e deceduta tra atroci sofferenze a fine aprile e inizio maggio del 1945. Preciso che non morì in seguito ad una grave malattia" scrive Roberto Nicolick in una lettera indirizzata al sindaco di Savona Ilaria Caprioglio. 

"Giuseppina non era “figlia di nessuno”, anzi, aveva un padre, una madre, un zio e una zia che la amavano moltissimo, ma soprattutto era figlia dei tempi che viveva, tempi pericolosi, anni di vacanza delle leggi, anni attraversati dalla follia di pochi, che terrorizzavano molti, grazie all'imperio delle armi. Questi pochi, nel nome di una ideologia distorta e deviata, spesso spinti da interessi personalistici, rapirono questa tredicenne e dopo averla sottoposta a atti indegni per degli esseri umani la assassinarono con sadica crudeltà". 

"La loro malvagità non si fermò a questo gesto già di per sé orrendamente esecrabile, ma ne perseguitarono la famiglia che chiedeva giustizia per la povera ragazzina, costringendo i genitori a lasciare la loro città natale. Cara Ilaria, in quegli anni venne eretto, a Savona, un muro di odio e intolleranza che purtroppo rimane ancora alto e poderoso. Chi vuole raccontare questo fatto e magari altri infelici episodi accaduti dal 1945 in poi, è definito sciacallo o definito fascista , per tacitare voci scomode ma veritiere. Le chiedo un piccolo gesto di umana compassione, non le chiedo di condannare , neppure a parole chi sparse quel sangue innocente". 

"Le chiedo al prossimo Consiglio, in modo gentile, di spendere pochissime parole su questa adolescente, solo per ricordare che per tredici anni le sue scarpette calpestarono le strade di questa città, di cui Lei è sindaco - conclude Nicolick - Ritengo che poche parole di pietà , dette da Lei, prima cittadina, possano portare, chissà, all'inizio di un percorso di condivisione, fuori dagli schemi che faccia nascere una speranza in un futuro migliore e soprattutto senza cose innominabili come la morte di una tredicenne innocente". 

 

c.s.

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