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Politica | 16 novembre 2017, 11:18

La battaglia di Finale Ligure Viva su Finalborgo: "No a una viabilità monca e a un Borgo monotematico"

Il consigliere Colombo: "Pronto ad attivarmi anche per una raccolta di firme se sarà necessario"; il coordinatore Pattaro: "Manca del tutto un Progetto di Città". I pareri di alcuni commercianti storici

Nella fotogallery, alcune immagini di Finalborgo tra le 8 e le 9 del mattino. Le considerazioni dei commercianti: "Solo un anno fa non era così deserta"

Nella fotogallery, alcune immagini di Finalborgo tra le 8 e le 9 del mattino. Le considerazioni dei commercianti: "Solo un anno fa non era così deserta"

La lista civica “Finale Ligure Viva” scende in campo a sostegno degli abitanti e dei commercianti storici di Finalborgo, a seguito delle dichiarazioni rilasciate dalla maggioranza in consiglio comunale sulla chiusura di Porta Testa e Porta Reale.

Commenta Sergio Colombo, consigliere capogruppo: “Già quando sedevo in consiglio ai tempi dell’amministrazione Richeri mi ero attivato per una raccolta di firme quando il sindaco di allora aveva proposto di pavimentare con i basoli il tratto di strada che rimane nell’area tra via Lancellotto, via Gallesio e via dell’Annunziata, lasciando intendere che questo abbellimento sarebbe stato in realtà alla base della chiusura di una così importante arteria viaria. Questo mio gesto ebbe una forte eco, grazie anche al mio caro amico Augusto Rembado, giornalista prematuramente scomparso, al punto che Richeri decise di tornare sui propri passi, cancellando quel progetto. E oggi se sarà necessario sarò pronto a rifare altrettanto: una raccolta firme di fronte alla quale il sindaco attuale non potrà restare indifferente”.

Prosegue Colombo: “Oggi un passaggio almeno nelle ore mattutine tra le due porte, oltre a quel ritorno economico di cui le botteghe storiche del Borgo hanno già parlato, costituisce l’unica plausibile alternativa a una viabilità attualmente inadeguata. Abbiamo il ponte vecchio che sotto tanti aspetti risulta scomodo e persino pericoloso; il progetto di cui si era parlato, relativo a un ponte di raccordo nel tratto tra le due banche all’inizio di via Dante non è mai stato realizzato; via Brunenghi è sempre più congestionata, per non parlare del tratto di via Dante all’altezza del bar Casanova. E i mezzi pesanti per raggiungere il Borgo devono persino transitare dalla salita del Grillo. Insomma, il quadro è chiaro: la chiusura delle due porte è solo l’apice di tutta una serie di situazioni urbanistiche e viarie che andrebbero interamente riprogettate”.

Ferdinando Pattaro, coordinatore del movimento “Finale Ligure Viva”, esprime tutte le sue perplessità: “Mentre le grandi città italiane ed europee guardano già oggi a come saranno nel 2050, qui assistiamo a scelte che dimostrano l’incapacità di questa amministrazione di guardare al di là del proprio naso. Manca completamente un progetto di città e a dimostrarlo è, ad esempio, la nuova piazza di Porta Testa, realizzata in evidente pendenza verso un centro storico da sempre soggetto a episodi alluvionali. Tutto questo per non parlare della canalizzazione delle acque nel Borgo, scelta che sarebbe stata ben più urgente di una nuova piazza. Evidentemente il sindaco spera di colpire gli elettori più con opere belle ma poco funzionali che con interventi pratici”.

C’è un punto in particolare, nel cuore di Finale Ligure Viva: sì al mantenimento delle botteghe storiche, delle unicità e tipicità che fanno di Finalborgo un centro vivo e pulsante, sì a una differenziazione dei tipi di turismo, sportivo, ma anche storico, artistico, culturale, ma soprattutto categoricamente no a quello che Finale Ligure Viva definisce “un borgo monotematico”, nel quale le sole attività outdoor (pur senza voler negare loro i giusti spazi) abbiano il sopravvento, fagocitando ogni altra cosa.

Abbiamo fatto un giro tra alcuni commercianti storici del Borgo. Per rispetto della loro privacy ometteremo i loro nomi e quelli delle loro attività, riportando solo alcune impressioni.

Una venditrice di alimentari: “Questa amministrazione ci regala promesse non richieste, che comunque poi non mantiene: durante i lavori di Porta Testa ci avevano promesso l’apertura del passaggio ai veicoli quando a noi in realtà basterebbe solo la fascia oraria 6-9.30, come abbiamo spiegato già a più riprese, e invece è avvenuto il contrario e hanno tolto anche quella. In fondo vorremmo soltanto una politica un po’ più al servizio del cittadino”.

Un edicolante: “Non entrerò nel merito degli orari di apertura delle porte, sui quali è già stato detto tutto. Da quello che osservo io si punta sempre più a un turismo da birra e focaccia. L’amministrazione ci dice che vuole un Borgo più bello e per questo toglie le auto, ma quello che sarebbe davvero qualificante per il prestigio della zona, come le manifestazioni di spessore culturale, tra cui Voci nell’Ombra e il Festival dell’Inquietudine, ci è stato tolto da tempo e trasferito altrove, fuori da Finale. Detto questo, non ho nulla contro il turismo sportivo che di per sé va benissimo, ma perché non sostenere delle alternative culturali? Tornando alla viabilità: abbiamo nella zona due scuole e oltre 1000 ragazzi. Se piove a dirotto ciò significa 1000 genitori che vengono a prenderli in macchina. Con la chiusura del passaggio tra le porte è immaginabile il congestionamento viario che si viene a creare? Servirebbe una viabilità alternativa. Spesso si riduce tutto nei dibattiti al binomio apertura/chiusura, ma questo è fuorviante; tutti noi stiamo chiedendo solo quelle poche ore mattutine funzionali a delle situazioni ben precise”.

Un agricoltore: “Abito fuori dal Borgo, nella zona del torrente Aquila, e ritengo che prima sarebbe importante creare una passerella di collegamento tra piazza della Lira e piazzetta Meloria e sostituire completamente il ponte vecchio, dopodiché si potrebbe pensare a una chiusura delle porte. Oggi questa strozzatura crea disagi non solo a chi scende come me da via Aquila, ma anche da Feglino, Calice e Rialto”.

Uno storico negozio nel settore abbigliamento/accessori: “Al 31 dicembre chiuderemo questa sede nel Borgo, pur mantenendone altre sia in zona (Loano, Finalmarina), sia in altre regioni d’Italia (Piemonte e Val d’Aosta). E sappiamo già che al nostro posto arriverà un’altra attività legata al settore outdoor. La promozione delle attività sportive di per sé va benissimo, ma sarebbe bello mantenere anche quelle realtà storiche che fanno vivo un centro urbano”.

La titolare di un’attività di articoli per la casa: “Durante l’alluvione del 25 novembre scorso mi sono già trovata circondata dall’acqua in modo preoccupante e, sinceramente, nonostante mi dicano che sono state fatte tutte le verifiche del caso, a me l’inclinazione di questa nuova piazza non rassicura affatto. E per quanto riguarda la viabilità, posso testimoniare che fino a un anno fa di primo mattino vedevo la gente che prendeva il caffè, la focaccia, il giornale, le sigarette… Adesso, da quando è stata chiusa Porta Testa, tra le 7 e le 8 del mattino la piazza è un deserto”.

In tutto questo c’è una voce parzialmente fuori dal coro: è una titolare di un negozio di articoli da regalo. Dichiara: “Io apro dopo le 9 del mattino, per cui non ho molto l’opportunità di vivere il Borgo prima di quell’ora. Inoltre, dopo 34 anni di attività, penso che presto andrò in pensione. E credo anche che tutti quelli che vengono definiti Borghi più belli d’Italia dovrebbero essere chiusi al traffico e solo pedonali. Ma sono comunque pronta a esprimere la mia solidarietà a quei commercianti e a quei residenti che hanno registrato dei disagi di vario tipo”.

 

Alberto Sgarlato

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