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Attualità | 15 gennaio 2018, 17:46

Melgrati assolto ricorda "Sayonara": "Eccentrica e dura, ma lucida"

"La macchina sono andato a prenderla dopo le sue insistenze. Per me aveva un valore simbolico come le ho scritto in una accorata lettera"

Melgrati assolto ricorda "Sayonara": "Eccentrica e dura, ma lucida"

Arriva la 29esima assoluzione con formula piena per Marco Melgrati, ex sindaco di Alassio questa volta non nell’ambito di un procedimento prettamente dai temi “edilizi”.

L’accusa che gli veniva mossa era quella di circonvenzione di incapace (vedi articolo) nei confronti di Ada Pace, la mitica Sayonara delle corse automobilistiche e motociclistiche degli anni Cinquanta-Sessanta.

Afferma Marco Melgrati: “Ero sereno più di ogni altra volta sull’esito di questo processo. La signora Ada per me era diventata come una zia. L’ho conosciuta che aveva 82 anni ed ho seguito il progetto che poi è stato approvato dalla commissione edilizia e dalla giunta Avogadro. Ho seguito per lei, inoltre, tutte le modifiche al progetto e poi quello per la realizzazione  di alcuni box, ma le ho fatto pagare solo quello passato in giunta emettendo una parcella per un totale di 50 mila euro oltre Iva e competenze”.

Poi quella macchina, un'Alfa Romeo Giulietta Spider degli anni Sessanta, pagata con il prezzo simbolico di 100 euro, ma del valore di 30 mila euro. “Per quel che riguarda la macchina – afferma Melgrati – Ada mi aveva chiamato un giorno dicendomi che voleva regalarmi una Ferrari (poi andata all’avvocato anche lui accusato di circonvenzione). Le ho risposto ‘Ma è spider?’ ridendo e scherzando come abbiamo sempre fatto, lei mi ha detto di no e che Spider aveva una Giulietta così le ho detto ‘ Beh regalami quella’. Ada cambiava spesso idea e siccome scherzavamo molto non l’avevo presa sul serio inizialmente. Poi mi ha chiamato 20 volte per chiedermi di andare a ritirare la macchina che teneva in garage, alla 21esima le ho detto che se proprio voleva potevamo andare a fare il passaggio dal notaio. Chiaramente una vendita simbolica per 100 euro”.

“Quell’auto aveva un valore affettivo e simbolico, le dissi che non l’avrei mai venduta e così ho fatto. Se avessi voluto arricchirmi avrei preso la Ferrari o avrei cercato comunque di vendere l’auto cosa che come le avevo promesso in una accorata lettera non ho mai fatto” spiega Melgrati.

Sul procedimento l’architetto precisa: “L’accusa è partita dall’amministratore di sostegno di Ada e sulla base di una perizia che la considerava incapace di intendere e di volere. Lei era una persona eccentrica, a volte una testa dura e arrogante, tutto fuorchè incapace di intendere e volere. Sono soddisfatto di questa ennesima assoluzione e del fatto che si sia dimostrato che questo reato odioso non sussisteva”.

Mara Cacace

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