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Politica | 16 gennaio 2018, 09:45

Melgrati: "Ecco la lettera che scrissi ad Ada Pace dopo la donazione della Giulietta Sprint Veloce del 1962"

L'ex sindaco di Alassio è stato prosciolto con formula piena in un processo che si è svolto presso il Tribunale di Torino

Melgrati: "Ecco la lettera che scrissi ad Ada Pace dopo la donazione della Giulietta Sprint Veloce del 1962"

Prosciolto dalle accuse con formula piena in un processo che si è svolto presso il Tribunale di Torino, che lo vedeva imputato per una presunta circonvenzione d'incapace ai danni di un'anziana. Ecco la lettera che Marco Melgrati scrisse il 24 agosto 2011 ad Ada Pace dopo la donazione della Giulietta Sprint Veloce del 1962. 

"Carissima sig.ra Ada, Le chiedo scusa se scrivo con il computer ma la mia calligrafia è pessima, e avrebbe difficoltà a leggermi. Ho sentito il bisogno di scriverLe perché mi sono commosso per il Suo atto di grande generosità e gentilezza, quello di donarmi una automobile, alla quale so che Lei tiene tantissimo, e alla quale sono legati tantissimi Suoi ricordi molto intimi. 

Le assicuro che terrò questa macchina come il gioiello più prezioso, come merita, ancora più prezioso perché viene da una leggenda dell’automobilismo e del motorismo come è Lei, con il prestigio che ha da sempre e per sempre accompagnato il Suo nome, le Sue imprese, le Sue vittorie, ancora più importanti perché conseguite da una donna in un mondo di uomini, nei tempi eroici di uno sport che era sicuramente diverso da come è ora, più impegnativo e più difficile. Come forse Lei avrà capito io non tengo al denaro, pur dandogli molta importanza, perché la mia famiglia mi ha insegnato che tra i valori della vita, insieme a Dio, Patria e famiglia, c’è il lavoro, che genera profitto.

Quando mi ha proposto la Ferrari, che sicuramente, in termini venali, vale molto di più di questa bella Alfa Romeo, ma come Le ho detto non interessa, io Le ho chiesto se non aveva uno spider…perché la mia prima vettura è stata, a 18 anni, un maggiolone cabriolet, che conservo ancora gelosamente, e poi ho avuto una Jaguar 5.200 cabrio, e il mio sogno era di avere una spider d’epoca; mi piace sentire il vento tra i capelli, pur non avendone più molti…probabilmente, con il tempo, me la sarei comprata, ma il prestigio che accompagna una vettura che è la Sua non ha paragoni, anche nel mondo del collezionismo e dei raduni.

E’ bastata la presenza della macchina in officina dal mio amico Piero Rocca, che Lei ha conosciuto, collegata al Suo nome, per scatenare un pellegrinaggio di appassionati. Non ho parole per ringraziarla. Stia pur certa che insegnerò anche ai miei figli il valore e il significato del gesto che Lei ha fatto nei miei confronti, e il Suo nome resterà legato per sempre a questa splendida autovettura, e trasmetterò a loro queste mie sensazioni, quando saranno in grado di apprezzarle. Proprio per questo Le chiedo il permesso di mettere il Suo nome. A.Pace, come si usa nelle corse automobilistiche, sul lato della vettura.

Per me sarebbe un onore e un piacere altissimo. Comunque mi rimarrà il piacere di aver conosciuto e potuto apprezzare una grande Donna, una vera Signora, una persona con valori veri, quelli di una volta, che in una società superficiale e venale come questa, costituisce una rara eccezione. Le scrivo non per piaggeria o per adularLa, ma per veramente esprimere i miei sentimenti e la mia gratitudine nei Suoi confronti…probabilmente altri avrebbero avuto più titolo di me per essere destinatari di questo bel gesto, probabilmente altri hanno potuto dedicarLe più tempo di quello che ho fatto io, con tutti i miei impegni, divisi tra la carriera politica, che svolgo con passione e spirito di servizio, perché io credo in quello che faccio, e credo che sia veramente al servizio dei cittadini, e il mio lavoro, che mi impegna altresì moltissimo.

Le assicuro che il mio impegno lavorativo nei Suoi confronti è sempre stato svolto con lealtà, nel Suo interesse esclusivo, senza secondi fini, cercando di farLe ottenere il massimo possibile. La ringrazio ancora, e La prego di scusarmi se ho affidato ad uno scritto quello che forse, a voce, non avrei saputo dire". 

c.s.

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