L' Istituto di Cultura Italo-Tedesco ICIT Savona, il Goethe Institut, il Museo della Ceramica di Savona, l' Ordine degli Architetti di Savona, hanno dato vita questo pomeriggio alla mostra fotografica Bauhaus.
Da oggi fino al 12 gennaio 2020 al Museo della Ceramica di Savona a Palazzo Gavotti in Piazza Chabrol a Savona saranno visibili le fotografie dell'artista Hans Engels.
Un folto pubblico ha partecipato all'inaugurazione pomeridiana, un ulteriore occasione inoltre per fare visita alla mostra Capolavori d'Impresa curata da Monica Brandi e promossa dall'Associazione Visioni in collaborazione con l'agenzia di comunicazione Punto a Capo, il Museo della Ceramica di Savona e i Musei Civici di Savona. Sarà visitabile fino al 25 gennaio 2020, con ingresso libero e gratuito nei seguenti orari: mercoledì: 10/13,30 giovedì, venerdì e sabato: 10/13,30 - 15,30-18,30 domenica 10-13,30.
"La vista dei Meisterhuser restaurati a Dessau fece nascere in me l'idea di iniziare una ricerca per vedere se ci fossero, oltre a quelli già noti, in alte luoghi, edifici ancora sconosciuti dello stile Bauhaus. Confrontandomi con i più diversi esperti e specialisti del settore, constatai che finora non disponevamo di alcuna affidabile documentazione relativa agli edifici Bauhaus a tutt'oggi esistenti in Germania. Così avviai le mie ricerche: dapprima consultando materiale negli archivi e, in un secondo momento, acquisendo materiale durante i miei viaggi" spiega l'autore Hans Engels.
"Il concetto di architettura Bauhaus necessita naturalmente di una definizione: i palazzi presentati in questo libro sono opera di maestri, docenti ed allievi. come pure dei collaboratori dello studio di architettura di Walter Gropius. Inoltre tutte le case sono state edificate nel periodo che va dalla fondazione del Bauhaus a Weimar nell'aprile 1919 fino alla sua prima chiusura, a opera dei Nazionalsocialisti, nel 1932 e alla sua chiusura definitiva un anno dopo a Berlino sotto la guida di Mies van der Rohe. Nel fotografare l'architettura di questi edifici m'interessava in particolar modo cogliere i segni del tempo e della stona: tracce che avevano lasciato dietro a se tanto i progettisti quanto gli abitanti di questi palazzi" continua l'autore.
"Lo spaccato storico analizzato va dal periodo delle sperimentazioni architettoniche degli anni '20 per passare poi alla fase politica di potere repressivo del nazionalsocialismo (che costrinse la maggior parte degli artisti del Bauhaus a scegliere la via dell'esilio), sino alla mentalità piccolo borghese della DDR che ignorò per decenni questo patrimonio architettonico. Del resto anche nella Germania Occidentale molti aspetti di questo stile vennero trascurati e dimenticati. La finalità di questa mostra e di questo libro consiste nel documentare in uguale misura sia gli aspetti conosciuti del Bauhaus che quelli dimenticati, di mostrare le opere ristrutturate e quelle andate in rovina in modo da fornire al pubblico un panorama il più completo possibile di questo stile architettonico" conclude Engels.
La mostra sarà aperta nelle giornate di lunedì e martedì solo per gruppi (minimo 10 persone) dalle 10.00 alle 13.30 e 15.30 - 18.30; mercoledì 10.00 - 13.30, giovedì, venerdì e sabato dalle 10.00 alle 13.30 e 15.30-18.30 e la domenica dalle 10.00 alle 13.30.