Forse oggi non è più un modo di dire comune come un tempo, ma definire una circostanza come una “Babele” significa sottolinearne la caoticità, l’esagerazione e l’inquietante follia. E proprio giocando su questo aspetto linguistico, mercoledì 31 luglio, a partire dalle ore 21,30 andrà in scena al Priamar di Savona “Babele” Il percorso itinerante si snoderà tra i fossati e i giardini della Fortezza, nella quiete di una città dormiente, fra invenzioni visive, coreografiche e musicali, per arrivare al risveglio di Babele sul palcoscenico nella Piazza del Maschio.
Una nutrita schiera di artisti (cantanti, danzatori, musicisti, pittori e ovviamente attori) metterà in scena una riproposizione delle contraddizioni, delle paure e delle vacuità che contraddistinguono questa nostra epoca. Un’idea ambiziosa questa, ma non nuova per la regista teatrale Daniela Balestra che è anzi conosciuta e apprezzata in tutta Italia per i suoi spettacoli onirici e felliniani, ideatrice di quello che i critici hanno definito “teatro totale”.
“Mi sono domandata “ dice la regista Daniela Balestra”che cosa contraddistingue più di ogni altra cosa lo stile di vita contemporaneo e inevitabilmente mi sono risposta: il caos. Viviamo in una società babelica, nella quale da una parte emerge sì l’individuo con le sue manie, i suoi desideri e le sue pretese; ma dall’altra l’individuo stesso è livellato dalla banalità dei costumi divenuti di massa. Tutti pretendono di emergere e di vivere con originalità, ma sempre nel contesto uniforme di una società globalizzata”.
Strani esseri si aggirano per la città : invasati speculatori, spasimanti del Diritto, narcisisti, voyeur senza scrupoli, maniaci della pulizia, ridicoli intellettuali di nullità, reietti … una galleria di personaggi al contempo comici e tragici interpretati sia dai giovani dell’Officina Teatrale Madness (studenti delle scuole superiori del comprensorio savonese) che dalla compagnia Teatro Esperimento Madness. Il tutto all’ombra della grande opera, la Torre, simbolo del Potere che tutto riduce in schiavitù. “Abbiamo preso spunto dall’episodio biblico per rappresentare una Babele moderna dove regna il caos , l’incomunicabilità, la sopraffazione ” continua Daniela Balestra “e la Torre, delirio di onnipotenza dell’uomo, alla fine dello spettacolo continuerà ad ergersi livida ed inquietante L’operazione registica sottolinea la realtà e la viviseziona in un gioco drammaturgico fra satira e tragedia, in cui predominano la sfera acustica e i nonsense, corpi e voci in continua evoluzione, elementi scenici che si compongono e scompongono trasformandosi.”.














