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Attualità | 30 ottobre 2013, 08:15

Crisi del tessile anche in Provincia di Savona: i tessuti si vendono quasi solo al mercato, chiusi molti negozi

Boom dei corsi di cucito, ma la gente compra pochi centimetri di stoffa per un rammendo od orlo, niente più capispalla. E l'Italia produce i tessuti più belli del mondo, per esportarli poi all'estero

Crisi del tessile anche in Provincia di Savona: i tessuti si vendono quasi solo al mercato, chiusi molti negozi

La crisi del tessile si sente anche in Provincia di Savona: negli ultimi anni hanno infatti tirato giù le serrande diversi negozi che vendevano tessuti e questo lavoro ormai viene svolto in prevalenza dai banchi del mercato.

Se da un lato è vero che negli ultimi anni sono aumentati in maniera esponenziale i corsi di cucito e ricamo, presi sempre più d’assalto dai giovani, dall’altro questo non si riflette ancora su una maggior vendita di tessuti. “Anzi, commenta una commerciante, è esattamente il contrario. Le persone comprano solo pezzi per fare un rammendo, allungare o aggiustare un vestito, non più metri di tessuto per confezionare un capospalla, ad esempio un cappotto che dura tutta la vita. Mediamente negli ultimi anni il nostro fatturato è sceso del 15%, 18%. Io fino a cinque anni fa acquistavo i tessuti da 18 aziende. Sa quante ne sono ancora aperte oggi? Cinque. E la cosa più strana è che queste grande industrie tessili, tutte italiane, sopravvivono grazie all’export. Noi produciamo i tessuti più belli del mondo, non li usiamo e vendiamo solo all’estero. E’ una situazione paradossale”.

Quindi boom dei corsi di cucito per imparare appunto come sistemare un orlo, accorciare un abito, rammendare un vestito e calza bucata, ma imparare a fare un capospalla è un altro discorso. “Il nostro, continua un altro venditore, è un mestiere che richiede passione e preparazione, la conoscenza di un tessuto non si improvvisa e continuando così, sarà un mestiere, forse, destinato all’estinzione”.

Diverso il caso invece dei banchi che vendono tessuti di arredamento: in questi ultimi anni, chi ha saputo innovare il campionario e i prodotti, vende, e anche tanto. Complice la crisi, il ritorno ai vecchi valori, il boom delle riviste di settore, la gente infatti dedica grandi impegni e sforzi alla cura e arredamento della casa. Capita così che i clienti comprino strofinacci di fantasie particolari da trasformare in cuscini, centri tavola, grembiuli,  borse, oppure metri di stoffa per confezionare le tende o copri divano. Quello che emerge dunque dai commenti è che c’è un ritorno al fai da te, all’amore della casa, della cucina, forse una delle poche cose positive di questa crisi.

Cinzia Gatti

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